L’intervento occupa un’area di 23.500 metri quadrati del centro storico nei pressi dell’Ermitage e della Prospettiva Nevskij, e si articola in un mix funzionale tra uffici, spazi ricreativi e Mansarda, un ristorante all’ultimo piano con spettacolare vista sulla cattedrale di Sant’Isacco.
Per Piuarch è stata un’importante occasione per confrontarsi con la storia della città che ha visto in passato architetti italiani come Francesco Bartolomeo Rastrelli, Antonio Rinaldi, Vincenzo Brenna, Giacomo Quarenghi e Carlo Rossi.
L’attenzione al contesto ha favorito un confronto dialettico tra il linguaggio architettonico contemporaneo del nuovo complesso e la città storica. Piuarch ha progettato un edificio di 6 piani che si sviluppa su un intero isolato, per ospitare quattro suggestive corti.
Queste «piazze interne» sono caratterizzate dalla particolare ricchezza cromatica dei pannelli in vetro specchiante e riflettente che compongono le facciate vetrate, i cui colori richiamano gli edifici storici di San Pietroburgo. Tali pannelli rettangolari verticali, i cui colori spaziano dall’oro al verde, dell’azzurro al rosso, sono disposti con inclinazioni differenti in modo da provocare una frantumazione dei riflessi che permette alle pareti di vibrare a seconda dell’illuminazione.
Le corti si propongono come spazi polifunzionali per eventi, installazioni artistiche e mostre: «Volevamo creare un edificio tutto “introverso”» ha sottolineato Germán Fuenmayor, partner fondatore di Piuarch «dove ciascuna corte si anima con luce e colore formando dei luoghi vivi capaci di stupire il visitatore.
Al tempo stesso è forte il riferimento letterario alle corti dei palazzi di San Pietroburgo, luoghi pieni di vita raccontati da Dostoevskij e Gogol'.» Inoltre la volumetria «introversa» dell’edificio è servita anche per controllare la dispersione termica e luminosa poiché nelle corti si è creato un microclima in grado di contrastare le rigide condizioni climatiche.
Le superfici sono rivestite in travertino bianco italiano, lo stesso della cattedrale di Kazan' sulla Nevskij. Mentre nella parte sommitale una copertura in metallo composta da elementi diversamente inclinati permette di ricomporre in modo unitario le pendenze asimmetriche dei tetti.
Crediti fotografici: Andrea Martiradonna