Il 5 aprile 2007 venivano pubblicati gli esiti del concorso di architettura internazionale per la realizzazione della Philharmonie de Paris e ora, a quasi quattro anni di distanza, è stata posata la prima pietra del grandioso progetto vinto da
Jean Nouvel. Un complesso da 20.000 mq, inserito entro le tracce impresse sul suolo del Parc de la Villette da
Bernard Tschumi, rilancia la capitale francese nel circuito contemporaneo delle sale da concerto in fase di costruzione nelle maggiori città europee. La metropoli segue infatti a ruota libera gli esempi altrettanto eccellenti che, al pari del Museo Guggenheim di Bilbao, stanno trainando il processo di riqualificazione di Amburgo e Reykjavik: qui rispettivamente,
Herzog & De Meuron con la
Elbphilarmonie e
Henning Larsen Architects con
Harpa delineano, tramite le loro nuove architetture scultoree, un paesaggio singolare entro le storiche aree portuali. Il polo culturale disegnato da
Jean Nouvel segue il medesimo obiettivo e propone un oggetto fortemente iconico nella fascia più esterna del diciannovesimo arrondissment parigino. Una serie di piani orizzontali, piegati, inclinati, invita all’ingresso in questo edificio ibrido, dove zone aperte e chiuse non hanno una linea di demarcazione rigida. Lo spazio funzionale è fluido e diviene un collante tra i percorsi distributivi e i nuclei, che ora si insinuano tra le solette, ora le travalicano modificando la loro inflessione. Ristoranti, bar, foyers, spazi espositivi, locali amministrativi si snodano senza soluzione di continuità nella dinamica liquida dell’edificio e cingono il teatro per 2.400 posti a sedere. Inedito compositivo nella articolata produzione dell’architetto francese, la Philharmonie de Paris subirà, con ogni probabilità, qualche ritardo ai tempi di cantiere previsti e dovremo aspettare il 2013 per vedere ultimata l'opera monumentale.