Il concept e la progettazione architettonica integrata per la riqualificazione dello storico edificio milanese “Palazzo di Fuoco”, sito in Piazzale Loreto, è stata affidata, lo scorso settembre, da Kryalos SGR a GBPA Architects, società di architettura amministrata dagli architetti Antonio Gioli e Federica De Leva.
L’immobile di proprietà del Fondo Immobiliare All Star, gestito da Kryalos SGR, è il “Palazzo di Fuoco” (1958-1961) progettato dagli architetti Giulio Minoletti e Giuseppe Chiodi. L’edificio fu piuttosto inedito per l’Italia e l’Europa di quell’epoca, in quanto realizzato interamente con superfici vetrate illuminabili. La facciata assumeva di sera una singolare presenza luminosa: un arcobaleno di luci colorate. Sul tetto-terrazza, come coronamento, svettavano delle vere e proprie installazioni, ora rimosse: una stazione metereologica, un nastro su cui scorrevano le notizie quotidiane e, quello che fu l’orologio più grande d’Italia, con i suoi nove metri d’altezza. Un’originalissima scenografia in grado di sbalordire i milanesi.
“La nostra scelta progettuale”, spiegano gli architetti Antonio Gioli e Federica De Leva, ”è caratterizzata dalla volontà di preservare quanto più possibile l’idea originale e l’unità d’immagine dell’edificio, riprendendo i temi caratterizzanti dell’architettura di Minoletti, riletti e reinterpretati alla luce della realtà contemporanea e delle più moderne tecnologie oggi a disposizione”.
Come allora, anche oggi i temi conduttori che guidano il progetto, firmato da GBPA Architects, rimangono cari a quelli di Minoletti: luce, colore e trasparenza; permeabilità; comunicazione e relazione con la città.
Il progetto prevede la sostituzione degli infissi esistenti con elementi più performanti mantenendo invariato il disegno del prospetto, che rimane scandito dal ritmo regolare dei montanti principali, verticali ed orizzontali, e dei moduli vetrati. Gli elementi vetrati a tutt’altezza contribuiscono ad aumentare la trasparenza generale dei fronti e il rapporto fra interno ed esterno.
Il tema della permeabilità è definito attraverso la realizzazione di una piazza interna con copertura vetrata. La nuova corte diventa così un luogo vivibile, di incontro, di lavoro, animato dall’acqua e dal verde, anche questi temi ricorrenti nell’opera di Minoletti.
Il progetto delle nuove facciate si completa con il ripensamento dell’illuminazione notturna dell’edificio attraverso l’applicazione delle più evolute tecnologie LED che consentono di riproporre quella dicotomia fra pieni e vuoti, fra giorno e notte pensati fin dall’origine da Minoletti.
La nuova illuminazione restituisce all’edificio anche la sua funzione originaria di comunicazione che, se prima limitata ai dispositivi in copertura, si espande ora a tutta la superficie dei fronti. Attraverso la sua griglia luminosa tutta la facciata si interfaccia in maniera dinamica con la città e parla ai suoi spettatori, comunicando l’orario, la temperatura e altri contenuti.