Quale futuro per i grattacieli dopo il trauma di un’emergenza sanitaria che solo ora comincia a permettere di reincontrarsi e lavorare insieme? Come riprogettare per un rinnovo urbano sostenibile, vivibile e di ritorno a una (nuova) normalità? Come “irradiare” da Milano l’esperienza al resto d’Italia?
Ha provato a rispondere il decimo convegno internazionale TallBuildings dello scorso 7 luglio presso il Salone d’Onore di Triennale Milano. Il convegno ha potuto ospitare 220 addetti ai lavori (anche in rappresentanza di 54 sponsor).
Gli architetti italiani che hanno ottenuto commissioni recenti (Antonio Citterio (con Patricia Viel), Mario Cucinella, Gianmaria Beretta, Paolo Asti) hanno spiegato che la priorità è ricontestualizzare gli edifici alti nella città esistente (rispettivamente le torri A2A e UnipolSai), e proporre soluzioni in continuità con la tradizione nei secondi due (costruendo ex-novo, Torre Milano, e restaurando, Torre Velasca). Due famosi architetti stranieri (Gregg Jones di Pelli Clarke Pelli, James von Klemperer di KPF) hanno spiegato come cimentarsi con il genius loci milanese.
L’altra ampia gamma di temi della giornata completa lo spettro delle soluzioni dai diversi punti di vista disciplinari. Prima di tutto l’urbanistica: il primo progetto vincitore tra i sette concorsi per gli scali ferroviari dismessi milanesi (Farini) è stato illustrato da Ezio Micelli (Università Iuav di Venezia), l’approccio agli edifici alti di piccole città come Pisa è la sfida raccolta da BrankoZrnić (ATI Project). Un confronto con Parigi è stato proposto da Alberto Romeo e David Fabié (Artelia) mentre il successo del “made in Italy” in Cina è stato lo spunto di riflessione di Marco Piva.
Se il tema della vivibilità nella progettazione degli interni è stato trattato da Alessandro Adamo (Lombardini22/Degw), Fabio Viero (Manens-Tifs) ha illustrato soluzioni impiantistiche con minori emissioni inquinanti e Giuseppe Amaro (GAe Engineering) una progettazione euristica di ambienti sani e sicuri.
Ma gli edifici, una volta progettati, vanno costruiti e poi manutenuti! La dialettica tra scelte strutturali e architettoniche è stata affrontata da Mauro Eugenio Giuliani (Redesco), da Fabrizio Rossi Prodi (Università di Firenze) per il ricorso al legno, da Andrea Vittadini (ShoP & Assembly OSM) per la prefabbricazione modulare. Della progettazione di sfidanti involucri architettonici ha parlato Camilla Rigamonti (Eckersley O’Callaghan) e come programmarne la manutenzione (ricorrendo a sofisticati modelli matematici e previsionali) è stato il tema affrontato da Gianpaolo Apollonio (Fly Service) e Mauro Faccin (Dassault Systèmes). Infine Dario Bozzoli (Colombo Costruzioni) si è soffermato su come riorganizzare i cantieri durante e dopo il covid.
Aldo Norsa e Dario Trabucco