Leggermente più grande dei normali edifici residenziali, Ycone segna lo skyline di questo importante intervento di trasformazione della città di Lione iniziato nei primi anni duemila, lasciando emergere liberamente la propria identità senza configurarsi come episodio architettonico occasionale o come monumento.
Ycone, che sarà presto circondato da tre nuovi progetti, cerca con l’intorno un dialogo: per questo motivo Jean Nouvel ha immaginato una sorta di filtro verde in grado di trasmettere a chi vi abita la sensazione di trovarsi realmente a casa e di identificare l’edificio come un luogo tranquillo, una sorta di pausa all’interno del quartiere emergente. L’edificio è quindi ancorato a una base, un giardino terrazzato, ed è caratterizzato da una doppia facciata: la pelle più esterna, che racchiude gli ampi balconi, è composta da pannelli di vetro opalino che si incastrano verticalmente e orizzontalmente come un puzzle incorniciando le visuali degli appartamenti. Leggera e sempre diversa, si innalza per tutti i 64 metri di altezza della struttura nascondendo l’involucro interno in calcestruzzo e alluminio. Inoltre, ogni facciata ha, oltre a una diversa composizione geometrica, anche differenti variazioni cromatiche. Ma Ycone parla anche di “confluenza” tra abitanti differenti: l’edificio, infatti, ospita nei suoi piani inferiori 27 alloggi sociali su un totale di 92 appartamenti.
Ycone segna il ritorno di Jean Nouvel a Lione, a quasi trent’anni dalla ristrutturazione dell’Opera, e si configura come ultimo intervento della prima fase del progetto Confluence iniziato nel 2003.
Crediti fotografici: Ateliers Jean Nouvel, Guillaume Perret