L’architettura proposta sintetizza i sistemi e le strategie attive e passive per la riduzione dei consumi energetici e la limitazione delle emissioni di anidride carbonica, coniugando le necessità di contenimento dell’impatto ambientale ad un’estetica ricercata.
L’ubicazione del complesso istituzionale in un’ex area industriale è motivata dalla volontà di dimostrare l’opportunità di riutilizzo di tali aree dismesse.
L’intervento ha previsto la bonifica dei terreni in cui si colloca la nuova sede un tempo contaminati e il recupero e l’integrazione di due strutture, una piccola stazione ferroviaria e un’ex fabbrica, all’interno del progetto a cui si è aggiunta poi la destinazione di una parte dell’area a parco pubblico favorendo così l’apertura del complesso alla comunità.
La relazione della nuova sede con la città e la comunità è stato un nodo centrale del progetto: il nuovo edificio, infatti, si costituisce a partire dal "Forum", uno spazio a forma di mezzaluna che disegna il parco e funge da collegamento tra le zone private e pubbliche, tra cui una biblioteca e una sala conferenze.
Gli uffici sono resi accessibili attraverso un atrio coperto, attorno al quale sono disposti i vari reparti dell'agenzia Federale per l’Ambiente.
Il nuovo edificio combina un volume compatto ad un alto grado di isolamento termico grazie alla scelta dei materiali costruttivi e all’impiego di fonti energetiche rinnovabili. In particolare, i benefici sono determinati dell'uso di un grande sistema geotermico e dai pannelli fotovoltaici collocati sulla copertura mentre i materiali di rivestimento adottati sono stati selezionati in base alla loro idoneità ecologica, con l’adozione dei pannelli interamente in legno per la pelle dell’edificio.
Crediti fotografici: Roberto Saba