Il sito di progetto è delimitato sui quattro lati da strade, e il contesto conserva una discreta dose di vegetazione naturale. L’edificio presenta una forma romboidale in pianta, pur essendo articolato dal punto di vista planivolumetrico.
Gli spazi interni a destinazione direzionale sono concepiti – a detta dei progettisti – seguendo il concept «autonomia senza isolamento», in modo da mettere i dipendenti nelle condizioni di potersi concentrare nel lavoro, pur non perdendo mai il contatto visivo (e quindi la dimensione sociale dell’impiego) con gli altri lavoratori. Ciò ha comportato la creazione di unità lavorative autonome ma completamente vetrate, collegate da passerelle sospese e corridoi che si snodano attorno a più corti su diversi livelli.
Anche dal punto di vista morfologico-tridimensionale sono rilevabili una serie di volumi autonomi e separati, collegati dal suddetto sistema di percorsi. Ulteriore elemento d’unione tra i vari corpi edilizi è una passerella inverdita e sopraelevata che percorre il perimetro esterno del fabbricato. Le unità lavorative che stanziano in corrispondenza dei bordi risultano perciò schermate verso l’esterno da un rivestimento vegetale che avviluppa tutti i lati del manufatto, donando un’immagine architettonica unitaria ad una volumetria invece complessa.
I materiali principali sono tre: vetro, acciaio e vegetazione.
La natura gioca un ruolo centrale nell’immagine architettonica finale poiché, oltre che sulle facciate, è presente sulla copertura a verde estensivo e negli spazi. L’edificio risulta quasi completamente rivestito da una vegetazione rampicante che forma una fascia vegetale continua a schermatura dei livelli dal primo al terzo.
Dal punto di vista tecnologico tale elemento a verde consiste in una struttura reticolare parzialmente sospesa da terra, ospitante un rivestimento contenente una grande varietà di piante (circa 200 esemplari di specie decidue differenti) piantumate a terra.
La struttura reticolare è composta da montanti e traversi realizzati con profili tubolari d’acciaio inox, tamponati con della rete metallica che funge da superficie di ancoraggio per le propaggini epigee. Questo sistema di supporto è a sua volta direttamente collegato alle chiusure edilizie, che fungono da controventamento al rivestimento. La fascia a verde tocca terra solo puntualmente, grazie a dei montanti che sostengono l’intero inverdimento; pilastrini che, inoltre, ospitano alla propria base il punto d’impianto dei vegetali: essi vengono quindi utilizzati dalle piante come supporto al proprio sviluppo, prima che queste giungano alla superficie retata dove potranno espandersi anche orizzontalmente.
Il rivestimento vegetale ha in questo caso una triplice funzione: innanzitutto è stato adottato per le proprie doti bioclimatiche, fungendo sia da schermatura al soleggiamento, che per sfruttarne le proprietà fisiologiche legate ai meccanismi evapotraspirativi dei vegetali. In secondo luogo, tutte le finestre perimetrali dell’edificio godono dell’affaccio sulla vegetazione: gli impiegati possono così beneficiare della vista sulle piante anziché su quella della zona urbanizzata circostante. Infine l’uso del verde in facciata contribuisce ad offrire buone caratteristiche d’inserimento ambientale: il rivestimento risulta perciò di strategico impiego, sia nell’utilizzo dall’interno verso l’esterno che viceversa.
Pubblicato su Modulo 385
Crediti fotografici: Jörg Hempel