Il sito del museo è quindi circondato dall’acqua, elemento naturale che insieme all’orografia del territorio, è stato fonte di ispirazione per il design dell’opera legata anche alla cultura architettonica tradizionale della città di Suzhou.
La strategia portata avanti dal team di architetti è stata quella di congiungere diverse funzioni intorno a corti ipogee e corridoi capaci di generare la stessa esperienza spaziale dell’edificio tradizionale cinese. Inoltre, tenendo conto delle particolari condizioni climatiche, si sono costituiti percorsi in grado di accompagnare i visitatori all’interno delle corti anche nei giorni di pioggia.
Ad ogni singolo personaggio affiancato a questi giardini interni è stata data una particolare identità: ad esempio la cupola del teatro, ricoperta da lamelle di bamboo e vegetazione, oppure la particolare installazione situata sul tetto del museo, la torre d’osservazione che domina il panorama circostante, o la scomposta facciata del ristorante capace di creare punti di vista panoramici sul lago di Suzhou e dare un carattere particolare al water-front.
Per rispettare le richieste del programma e, contemporaneamente, non rendere l’edificio di grosso impatto sull’ambiente naturale, la maggior parte delle coperture è stata rivestita con un manto verde.
La soluzione ha inoltre reso meno netto il confine tra architettura e natura.
All’interno dell’Intangible cultural heritage museum è possible acquisire una gran quantità di informazioni e avere molteplici esperienze interattive. Tre grandi atri di ingresso permettono una buona ventilazione e illuminazione naturale, e da essi è possibile raggiungere tutti i piani in cui si tengono le mostre.
Il risultato è un parco pubblico dove si perde la distinzione tra interno ed esterno, dove la vegetazione è l’elemento generatore. Infatti, attraverso le sue molteplici variazioni, il verde da vita a nuovi spazi espositivi, diventando esso stesso oggetto di osservazione da parte dei visitatori che possono quindi intraprendere percorsi educativi ed interattivi con la natura.
Crediti fotografici: Chen Hao, Eiichi Kano