A caratterizzare il progetto è la sua copertura, una scultura sfaccettata ispirata in parte alla forma della “rosa del deserto”, la formazione sedimentaria tipica dei paesi desertici. Il complesso sorge intorno all’antica struttura del Fariq Al Salatah Palace dello sceicco Abdullah bin Jassim Al-Thani, un tempo dimora della famiglia reale del Qatar e sede dell’originale Museo Nazionale. Questa combinazione di elementi ha portato Jean Nouvel ha elaborare il complesso partendo direttamente dall’utilizzo di un software 3D in grado di controllare sin dall’inizio lo sviluppo del progetto, portato avanti anche con la collaborazione dello studio di engineering Arup. Hanno così preso forma 539 dischi, con un diametro che varia dai 14 agli 87 metri, dando vita a quello che l’architetto francese chiama “eventi architettonici in miniatura”, rimandando alle formazioni di cristalli di gesso intrecciati che emergono dalla sabbia per formare questi straordinari affioramenti superficiali fioriti. Su una superficie di oltre 33 mila metri quadrati trovano posto migliaia di reperti, manufatti e documenti storici oltre a pezzi commissionati appositamente ad artisti nazionali e internazionali che si inseriscono raccontando tre periodi della storia del Paese, l’inizio, la vita in Qatar e la sua costruzione, all’interno di ben 11 gallerie interconnesse da un sinuoso percorso lungo un chilometro e mezzo. Ad enfatizzarne la complessità geometrica, inoltre, concorre anche il rivestimento dei 76.000 pannelli di cemento armato in fibra di vetro col sabbia, che interrompe le superfici e riporta a una dimensione più intima gli aggetti e i cortili interni.
Crediti fotografici: Iwan Baan, Danica O. Kus
Pubblicato su Modulo 418, marzo/aprile 2019