I mezzi più innovativi ricercati per il conseguimento di questi fini, che stimolano e incuriosiscono lo spettatore, sono alla base della ricerca sulla luce e sul colore, rappresentando anche i fondamenti della visione eclettica/emozionale dell’architettura teatrale contemporanea; in tali sperimentazioni, la luce diviene elemento di suggestione anche per l’involucro esterno del teatro.
In tal senso, un’architettura affascinante è l’Harpa Concert Hall di Reykjavik, realizzata da Henning Larsen Architects in collaborazione con Olafur Eliasson.
Il risultato è una facciata multicolore e luminescente, composta da un mosaico di tessere di vetro contornate da telaio in metallo scuro, che interagisce con la luce naturale dei cieli islandesi e che per il 10% è colorata e specchiante, caratteristica che rende luminosa la struttura anche al buio.
L’artista ha dichiarato che la parete è stata progettata con l’obiettivo di smaterializzare le strutture. Tale proposito è stato raggiunto incorporando alla cortina di vetro ed acciaio delle strisce colorate a LED, che possono essere illuminate ed oscurate, per donare agli spettatori effetti sempre diversi.
Elementi chiave nella progettazione della facciata sono la trasparenza e la luce, che smaterializzano l’edificio come un’entità statica, rendendo la pelle ricettiva ai cambiamenti climatici. Per raggiungere questo obiettivo la squadra ha lavorato sia con la luce naturale che artificiale, studiando approfonditamente le stagioni islandesi.
L’illuminazione notturna non fa che tramutare l’involucro caleidoscopico in un corpo dotato di un chiarore diffuso, omogeneo e tenue.
Crediti fotografici: Henning Larsen