Da luogo di progettazione, assemblaggio e collaudo di aeroplani, gli spazi di via Mecenate diventano un grande complesso capace di accogliere uffici, showroom, spazi per sfilate e attività grafiche, oltre che una mensa e un ristorante.
Il progetto, che interviene sul restauro di questo sito industriale, punta alla valorizzazione dei caratteri formali delle architetture sorte negli anni ’20. Il risultato ottenuto dal recupero del patrimonio esistente è un moderno complesso per uffici che, sviluppandosi in una struttura dal forte carattere storico, riesce a soddisfare le esigenze e le necessità contemporanee.
I capannoni industriali dismessi, disposti regolarmente nel sito e scanditi da campate strutturali modulari, vengono recuperati e valorizzati: sovrastati da coperture a shed che portano luce zenitale negli spazi interni, e caratterizzati da facciate in mattoni a vista, questi edifici creano attraverso la loro disposizione in pianta una continua relazione tra interno ed esterno.
Il grande volume dell’hangar, all’epoca luogo destinato al montaggio degli aeroplani, si trasforma - e grazie a un attento recupero – accoglierà eventi e sfilate.
All’interno della maglia regolare dei volumi, una strada centrale pedonale collega l’asse di via Mecenate con un grande spazio coperto: questa piazza interna, coperta da sottili strutture metalliche progettate dall’ingegneria di inizio secolo, distribuisce le varie funzioni all’interno degli uffici milanesi di Gucci. Tra gli edifici, che si sviluppano prevalentemente a piano terra, si articolano percorsi pedonali in un susseguirsi di pieni e vuoti, in cui la vegetazione riveste un ruolo importante: percorrendo il sito dialogano in modo armonico edifici storici e spazi verdi.
La grande piazza, circondata dai fronti in mattoni a vista, viene ritmata da una maglia regolare di alberi, mentre un bosco fitto di tigli rappresenta la forte componente verde dell’intervento, che pone particolare attenzione alla progettazione sostenibile.
Nel tessuto industriale composto dai capannoni e dall’hangar, il progetto va a inserire una torre di sei piani, che entra in forte relazione con i volumi preesistenti. Il parallelepipedo, delimitato da una facciata in vetro e ritmato da una sequenza regolare di brise-soleil, rompe la simmetria del sito e si pone come elemento verso cui tutte le diverse funzioni tendono.
Composto da superfici vetrate, il volume si presenta ricoperto da una trama di elementi verticali in metallo scuro, che schermano gli ambienti interni dalla radiazione solare: l’edificio moderno, dalla notevole altezza e dai toni scuri, crea un rapporto cromatico notevole con il rosso dei mattoni a vista dei bassi capannoni.
Crediti fotografici: Andrea Martiradonna