L’intervento per la nuova sede delle Gallerie d’Italia e Napoli rispetta l’identità e l’impianto architettonico del palazzo, e integra con discrezione la tecnologia necessaria alla trasversalità dei linguaggi espressivi degli artisti. La collezione trova una nuova disposizione tra le sale di gusto classico progettate da Marcello Piacentini negli anni Trenta. Il progetto è l’occasione per dichiarare il ruolo del museo come luogo di cultura, intrattenimento, incontro e convivialità nel cuore di Napoli. Il passaggio tra lo spazio urbano e l’ambiente museale è affidato al rivestimento in ottone della scalinata sul fronte, che enfatizza l’ingresso. Il contrasto cromatico con la pietra della facciata esalta le monumentali proporzioni del palazzo e introduce nell’atmosfera del museo, dove la conservazione di marmi, stucchi e legni storici dialoga con i nuovi materiali. In particolare, il legno di noce è utilizzato per i pavimenti, i serramenti e i nuovi arredi. Un ponte di 25 metri, anch’esso rivestito di ottone, attraversa il cortile interno e collega i due poli espositivi del palazzo. La lieve curvatura del ponte nasconde il punto di arrivo e genera curiosità nel visitatore. Le luci integrate e soffuse esaltano il disegno a doghe verticali delle pareti ottonate ed evidenziano la qualità della texture di finitura.
Al museo si accede da via Toledo, attraverso un ampio foyer ben visibile dall’esterno grazie ai portali vetrati. Lo spazio è pensato come una vetrina per un primo dialogo con la città, dove ciclicamente vengono ospitati capolavori di collezioni di enti e musei con cui le Gallerie d’Italia hanno rapporti di scambio e collaborazione. Oltrepassato il foyer, attraverso tre grandi aperture si accede all’area accoglienza e al bookshop con gli arredi realizzati su disegno in legno di noce. Le librerie a colonna su ruote consentono il pieno utilizzo dei quattro lati e possono essere spostate nell’ambiente. Il bancone per l’esposizione dei libri recupera i tavoli in marmo rosso, originali del Piacentini, uniti da un unico grande piano in noce.
Il salone per le temporanee: monumentale e flessibile Le mostre temporanee trovano spazio nel salone a tripla altezza, di 1.000 metri quadrati, come testimonia la presenza di uno sportello originale: lo spazio è trasformato in un palcoscenico all’avanguardia per l’arte contemporanea grazie alla macchina scenica metallica, sospesa all’interno del lucernario, che rende la sala flessibile e funzionale ad accogliere mostre, performance, concerti ed eventi speciali. La struttura contiene infatti tutte tecnologie necessarie al mutare delle esigenze allestitive.
La grande sala può accogliere contemporaneamente molti visitatori favorendo l’incontro tra Museo, Arte e visitatori. L’ala su Via San Giacomo è stata ristrutturata per recuperare la struttura originaria, caratterizzata dall’infilata prospettica delle sale.
Gli spazi sono rivestiti con contropareti colorate che alloggiano gli impianti ed espongono le opere. Una pannellatura a ridosso delle porte-finestra nasconde la parte impiantistica e maschera dalla luce esterna per creare le condizioni climatiche e luminose ottimali alla conservazione dell’arte. I colori sono scelti dal curatore, il professor Fernando Mazzocca, in sintonia con le cromie caratteristiche dei diversi periodi.
L’antico dialoga con il contemporaneo
Al secondo piano del palazzo si scopre la ricchissima collezione di vasi attici e magno greci; mentre nella parte con affaccio su via Toledo trova collocazione una selezione di opere del XX e del XXI secolo. All’interno della sala in cui sono esposte le ceramiche, storicamente rivestita di marmo, sono inserite tre tipologie di teche in cristallo: le monumentali vetrine pensate come spazi flessibili in grado di adattarsi a diversi layout espositivi, il primo dei quali mette in scena le opere del Museo Archeologico Nazionale di Napoli; le piccole vetrine per esaltare singoli oggetti preziosi; gli armadi ispirati alla modalità espositiva delle Wunderkammer e che contengono la gran parte dei vasi. La visita prosegue nelle sale dedicate agli allestimenti di opere contemporanee, a cura di Luca Massimo Barbero, che sono rivestite con pannellature bianche per creare degli ambienti neutri, ideali ad accogliere la diversità delle espressioni artistiche. Il restauro del pavimento in legno rispecchia il disegno geometrico di Piacentini. La biblioteca e i laboratori didattici arricchiscono l’esperienza del museo. Al termine del percorso si trovano la biblioteca, con le pareti avvolte da scaffalature di noce, e tre laboratori didattici dotati di una tribuna a parete che fronteggia un pannello multimediale. Una boiserie corre lungo il perimetro dei laboratori per creare una bacheca che accoglie i materiali prodotti e le ispirazioni iconografiche. Le sculture aeree in legno intrecciato, disegnate da Produzione Privata, il laboratorio di design sperimentale del Circle, mascherano il controsoffitto e creano un ambiente più intimo e accogliente per favorire la creatività. La caffetteria su via Toledo. Dal grande scalone di uscita si raggiunge la caffetteriabistrot al piano terra, un ambiente accogliente di convivialità, con gli arredi in noce e ottone realizzati su disegno. Tre palchetti rialzati creano angoli discreti e più intimi e permettono di godere delle alte finestre affacciate su via Toledo. La caffetteria-bistrot è lo spazio informale per la socialità che completa il progetto e fa del nuovo museo un vero e proprio luogo di intrattenimento nel cuore della città.