Inaugurato nel gennaio 2011, il nuovo centro si impone come elemento ordinatore di un impianto delineato in più di trent’anni a seguito di un’addizione progressiva di edifici, collocati nel sito secondo una logica meramente funzionale.
La difficoltà ad estrarre una evidente matrice distributiva dal tipo di configurazione descritta ha infatti suggerito la necessità di introdurre un più chiaro riferimento all’interno del masterplan esistente, destinato a divenire il punto di partenza di una serie di operazioni di ristrutturazione sui manufatti storici.
Ma la questione urbana non è la sola ad aver indirizzato la progettazione del Learing Exchange: l’intero comparto accademico della cittadina, nel suo slancio dichiarato per la questione ambientale, ha decretato una riduzione del 20% delle emissioni di anidride carbonica entro il 2020 e il nuovo polo didattico restituisce, grazie alla sua l’immagine contemporanea e sostenibile, l’impegno di un piano assolutamente inedito nella rete dei college canadesi.
La certificazione LEED Gold ottenuta da Learing Exchange e la riduzione complessiva dell’inquinamento atmosferico di un 15% in più rispetto a quanto richiesto dalle norme emanate sono infatti la prerogativa di un’istituzione che si è recentemente dotata di un programma manageriale in merito alla questione ecologica, con la creazione di dipartimenti ed uffici tematici.
Il progetto dello studio con sede principale a Toronto si configura dunque come una porta di accesso ad impatto quasi zero ed energicamente efficiente al campus, di cui intensifica percorsi e relazioni tra elementi costruiti e vuoti. Con l’obiettivo di rafforzare l’asse nord-sud ed il collegamento tra la principale arteria stradale di accesso -Fennell street - e l’asse di distribuzione del complesso universitario, l’edificio adotta un involucro estremamente trasparente, in grado di evidenziare rapporti e legami volumetrici, mutue distanze, destinazioni d’uso.
La pelle esplicita quello che avviene all’intorno, stabilendo così rinnovate connessioni tra le parti; ma manifesta anche il suo funzionamento interno, la sua suddivisione, la scansione dei livelli. Nei circa 4000 metri quadrati costruiti, il fabbricato accoglie ambienti di consultazione e studio, sviluppati come una sorta di laboratorio fisico e concettuale destinato a svariate finalità didattiche; open space, aule multifunzionali, una terrazza verde all’aperto, depositi e servizi animano una biblioteca in cui il vero protagonista non è il libro quanto piuttosto la tecnologia. I due terzi del centro culturale sono riservati alla fruizione, da parte di studenti e personale docente, degli ultimi dati in materia di informatica e di comunicazione: IPhone, IPad, computer portatili e gli strumenti più avanzati sul mercato sono offerti negli ambienti privi di partizione del piano di accesso e del primo livello, comunicanti grazie alla doppia altezza. Nel piano seminterrato invece, illuminato naturalmente grazie ad aperture a nastro, trovano spazio le dieci aule utilizzabili per diverse funzioni.
Crediti fotografici: Tom Arban