Il progetto di Nieto Sobejano riflette quella stessa tradizione che nel tempo si è resa protagonista della crescita urbana, segnando in modo irrevocabile i lineamenti e la morfologia di un borgo perfettamente aderente alla topografia.
Così è stato per il Kursaal di Moneo, che restituisce la metafora marina di massi appoggiati alla distesa sabbiosa; e così è per l’ultimo progetto del celebre studio di architettura con sede a Madrid, che declina le curve di livello e le alture non con atteggiamento imitativo ma assecondando piuttosto la logica metodologica e compositiva descritta.
Il complesso culturale è una pelle rocciosa, ma più geometrica, dove l’aspetto irregolare superficiale è riprodotto mediante la tipologia di rivestimento utilizzato. L’estensione è racchiusa entro un involucro di pannelli metallici alcuni dei quali traforati e disposti in modo che i fori – di dimensioni variabili – siano distribuiti formando ora una concentrazione maggiore, ora invece un piano assolutamente non permeabile.
Ma i fori non sono semplicemente funzionali a stabilire un richiamo diretto con la parete di pietra retrostante: i buchi circolari sono pensati per divenire un vero e proprio supporto alla crescita ed allo sviluppo di una vegetazione spontanea, che dovrebbe così insinuarsi ed aggrapparsi alle aperture, tramutando la percezione della facciata. Muschi, licheni ed altre specie di piante dovranno contagiare la percezione del prospetto, influendo anche sull’illuminazione interna degli ambienti espositivi: si tratta di una caratteristica estremamente mutevole, destinata a cambiare con il susseguirsi delle stagioni.
Instabile e variabile, il museo acquista così una configurazione assolutamente dinamica, incrementata dall’inserimento di alcune rampe che consentono l’accesso ad una terrazza panoramica posta sulla copertura.
Durante le ore notturne, i buchi delle lastre metalliche color grigio lasciano trasparire l’illuminazione interna delle sale; i contorni divengono sempre meno netti, la matericità di alcune porzioni è progressivamente attenuata.
Il Museo San Telmo racchiude, nella recente addizione, ambienti per le mostre e le esposizioni temporanee ed un nuovo ingresso, ricavato tra i pannelli sfaccettati del piano terra e proiettati verso lo spazio pubblico antistante.
Crediti fotografici: Stefan Tuchila