Una lama monolitica color oro, luccicante, tagliente; si ferma poco prima del boulevard ondulato di Massimiliano Fuksas e definisce senza colpo ferire l’ingresso est della cittadina fieristica. La silhouette della “Torre Orizzontale”, che ospita le nuove strutture direzionali di FieraMilano, fa parte dell’inedito complesso di architetture del nuovo distretto Rho-Pero: insieme al polo espositivo di Fuksas, ai parcheggi multipiano di Mario Bellini, alle torri alberghiere di Dominique Perrault, al verde del paesaggista Andreas Kipar, il progetto firmato 5+1 aa è l’ultimo degli oggetti della rassegna contemporanea del crescente quartier generale. L’edificio, alto 54 metri e lungo 132, si impone con la sua volumetria iconica in uno skyline diffuso e basso, dialogando con le due verticali inclinate che segnano la porta sud della fondazione milanese. E il tono antracite degli hotel per la catena spagnola Nh è contrastato dalla pelle cangiante della Torre Orizzontale, che prevede tre differenti trattamenti di facciata a seconda dell’orientamento e delle funzioni insediate nel suo interno. Ad est due soluzioni di involucro caratterizzano quasi simmetricamente la porzione a destra e quella a sinistra: le lastre orizzontali in vetrocamera, contenente una rete metallica con effetto schermante, sono interrotte a metà dal fitto mosaico dei frangisole bronzei. Alternanza di trasparenza e opacità, specchiature e vuoti, sfaccettature e continuità del piano vetrato fumè costituiscono una costellazione di elementi, ora concentrati e densi, ora sparsi e più radi. Ad ovest invece una superficie in pannelli di fibrocemento definisce in modo omogeneo il prospetto che fronteggia i padiglioni. Progettato per assorbire i riflessi dell’alba e del tramonto, le nuove strutture direzionali di FieraMilano sono una materia cangiante, variabile, mutevole; una sorta di cartina al tornasole dei cambiamenti climatici e stagionali percepibile da chi è lontano o solo di passaggio.