Si chiama transfert la struttura fatta da quattro reticolari perpendicolari, grandi travi d’acciaio pensata per eliminare pilastri intermedi e consentire viabilità e flussi pedonali.
Per ottenere questo risultato si è fatto ricorso ad una struttura particolare, denominata transfert, costituita da quattro gigantesche reticolari disposte ortogonalmente, formate da travoni di acciaio saldati in opera, che nel complesso formano un impalcato rigido. Esse occupano lo spessore di un intero piano, il nono, e sono collocate a circa venti metri da terra. L’intera costruzione è vincolata agli altri elementi strutturali del grattacielo, ossia il core e le megacolonne. In particolare, l’elemento di vincolo, costituito da una cerniera a perno unico, è inghisato al calcestruzzo del core, mentre dal lato delle megacolonne il transfert è saldato per tutta l’altezza della reticolare. Su di esso poggia la pilastratura secondaria, che pertanto spicca solo da questa quota.
Il nome assegnato alla struttura, ossia transfert, allude ad un altro compito che essa assolve, ossia quello di trasferire i carichi al core che si trova in posizione eccentrica rispetto al baricentro del piano tipo. Questa eccentricità costituisce un elemento qualificante della torre di Torino, non solo per quanto già detto, ma anche perché consente di ottenere una organizzazione chiara e funzionale delle superfici d’uso dei piani destinati ad ufficio.
Gli orizzontamenti corrispondenti ai piani sono costituiti da tegoli in calcestruzzo armato precompresso con sezione ad U rovescia, che sono tessuti su una luce di 33 metri, divisa in tre campate da 11 metri dalle due travate interne. Queste, che assolvono anche l’ufficio di collegare tra loro le megacolonne alle varie quote, hanno una sezione più robusta delle altre (l’altezza è pari a un metro) e sono caricate eccentricamente sulle megacolonne, tramite mensole tozze incastrate ad esse, in modo da esser disposte sul filo interno della struttura e non interrompere la continuità in facciata degli elementi verticali.
L’ultimo componente della struttura portante è dato dalla controventatura. Questa è formata da cavi d’acciaio disposti a croce di Sant’Andrea, tesati tra le megacolonne con un passo di quattro piani. Le capo chiavi sono cerniere cilindriche, vincolate alle megacolonne.
La suddivisione in pacchetti di quattro piani scanditi dai controventi ricorre anche nell’organizzazione di presidi antincendio. Infatti l’intercapedine esistente tra i due strati di pelle che costituisce l’involucro esterno di facciata, è compartimentata con questo passo, in modo da evitare che possa favorire la diffusione del fuoco tra i piani.