L’installazione realizzata da Migliore+Servetto Architects per il grattacielo Intesa Sanpaolo a Torino in occasione di “Luci d’artista”.
L’opera, che si è accesa nella giornata del 20 novembre, si articola in due elementi plasmati sul segno “alfa”. La ripetizione di questo carattere antico, carico di elementi positivi con un rimando all’origine del tutto, genera un movimento a spirale che dall’interno si muove verso l’esterno dell’edificio.
E’ nel cuore del grattacielo, all’interno della serra bioclimatica, che un’onda di colore, sensibile ai mutamenti della luce, invade lo spazio fino a 16 metri di altezza. 100 scaglie luminose, come frame in stop motion, generano, grazie ad una tecnologia innovativa, un vortice iridescente reso vivo e cangiante dalla luminosità che l’oggetto stesso irradia e in dialogo con la riflessione costante della luce naturale.
Un’onda di luce dinamica che si espande in facciata dove, a 145 metri di altezza, 1 km di nastri flessi in vetroresina ondeggia nel vento, restituendo una ripetizione infinita del segno alfa che assume, grazie alla luce, un potente valore narrativo.
“Abbiamo lavorato su elementi singoli che addizionati nello spazio diventano forma e organismo unico. Densità quindi, non forme diverse.” Spiegano Ico Migliore e Mara Servetto “I singoli elementi si compongono in scenari differenti dove la trasparenza e la leggerezza diventano poi azione, movimento e luce.”
Una tecnologia avanzata di serigrafia secondo algoritmo è stata applicata alle lastre in metacrilato sospese per ottenere una diffusione ottimale della luce, trasformandole da elementi trasparenti e a piani dinamici di luce. Inoltre, una particolare pellicola dicroica, calandrata su di un lato di ciascuna lastra, polverizza la luce in cento riflessioni nello spazio, facendo vivere anche di giorno l’installazione, con una significativa presenza. L’illuminazione, che ha come sorgenti luci LED a basso consumo, è controllata attraverso un sistema DMX per la creazione di scenografie suggestive che permette la variazione di intensità nei diversi momenti della giornata, modulando la luminosità in considerazione del livello di luce presente nello spazio, con un’attenzione particolare al controllo dei consumi.
L’installazione luminosa nel suo complesso costituisce, dunque, una presenza cangiante, che respira e vibra in sintonia col vento e con la struttura plasmandosi alla luce naturale e trasformandosi nel buio.
“E’ come entrare nella forma di un albero o all’interno più infinitesimale di un organismo complesso, in un paesaggio naturale dove ombra, luce ed elementi atmosferici entrano e modificano la percezione. La percezione, infatti, varia ulteriormente a seconda della distanza e della prospettiva. Il progetto si compone di due installazioni, una esterna e una interna, che si pongono in forte dialogo con il luogo e con l’orizzonte per cui sono pensate, quasi fossero cresciute spontaneamente come nuovi organismi narranti nel paesaggio abitato.” Ico Migliore e Mara Servetto