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In progress: U15 Milanofiori di Cino Zucchi

Le reminiscenze architettoniche non tardano a ritornare alla mente: il Mies Van der Rohe degli esordi, nella seconda versione dell’edificio per uffici in Friedrichstrasse, il più recente progetto di Herzog & De Meuron per la University Library della cittadina di Cottbus, per fare esempi quasi al limite dello scontato. L’edificio U15 Milanofiori, progettato da Cino Zucchi Architetti e quasi ultimato, ricalca forme già sperimentate, sinuose, amorfe, immergendole in un panorama edilizio che di flessuoso non ha nulla, se non le linee impertinenti del groviglio infrastrutturale del comparto sud di Milano. L’edificio terziario, così denominato dal lotto sul quale insiste, è un complesso dalla volumetria simile ad un ameba; privo di angoli retti, privo di spigoli vivi, privo delle geometrie consuete dello skyline meneghino. Gli angoli sono concavità o convessità studiate in base all’orientamento, che sfruttano la migliore esposizione solare. Quello che cambia rispetto alle realizzazioni citate è soprattutto l’involucro, l’inedito trattamento della facciata priva di interruzioni che si dispone come un nastro chiuso.  I vetri serigrafati color latte della biblioteca tedesca, stampati con una miriade di lettere dell’alfabeto ripetute, lasciano il posto ad una pelle costituita da due strati distinti: la trasparenza ininterrotta del guscio più interno è alternata a pannelli frangisole in acciaio perforato con differente orientamento in base all’esposizione solare. Una parete tradizionale, costituita dunque da una fascia finestrata a serramenti continui alternata ad un nastro opaco in corrispondenza del parapetto, è resa dinamica grazie all’inserimento di brise-soleil fissi. Scala cromatica dalle tonalità bronzee, nocciola, avorio, ed una texture con fori regolari di dimensione circolare: il sistema di oscuramento utilizzato per il comparto U15 Milanofiori incorpora in se stesso il valore scultoreo di questa architettura che, nonostante le molteplici sfaccettature delle lastre metalliche, rimane profondamente ancorata ai dettami milanesi nella sua forte monoliticità. Stretta relazione con le infrastrutture ad alto scorrimento, disegno dello spazio aperto residuale, valorizzazione delle differenze di quota del terreno su cui insiste, sono alcuni dei pregi del progetto di Cino Zucchi, che cerca di riqualificare un brano di città fortemente disconnesso e periferico.
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