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Il 19 marzo si inaugura il Museo dell'Automobile di Cino Zucchi

150 anni fa veniva istituita nel capoluogo piemontese la prima capitale del neonato stato italiano ed ora, a tanti lustri di distanza, Torino si riappropria di un ruolo encomiabile, assorbendo una delle espressioni più significative della nostra civiltà. I festeggiamenti per anniversario dell’Unità d’Italia comprendono anche quel settore automobilistico che proprio nella città savoiarda aveva condizionato la mentalità e lo stile di vita della popolazione e che ora si impone come un fenomeno culturale nel vero senso antropologico del termine. “L’auto è cultura”: a decretare il legittimo slogan sarà proprio il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che, il 19 marzo, taglierà per primo il nastro del ristrutturato ed ampliato Museo dell’Automobile “Carlo Biscaretti di Ruffia”. Realizzato in seguito ad un concorso vinto dall’architetto milanese Cino Zucchi, il nuovo polo espositivo estende un cinquantennale progetto, quel primo Museo Nazionale dell’Automobile sorto sulle rive del fiume Po e su corso Unità d’Italia che aveva già mobilitato l’attenzione di molti turisti. Ma con i nuovi 8.000 mq -  una cifra che quasi raddoppia la superficie originaria (di 11.000 mq)– la galleria è destinata a sopportare un affluenza di 250.000 visitatori l’anno e a proporsi come un elemento trainante per la riqualificazione del quadrante sud della città. Grande attenzione tra parti esistenti e parti nuove, necessità di delineare un campus di eccellenza, urgenza di proporre un luogo urbano di qualità, desiderio di incrementare gli ambiti pubblici liberi entro i criteri di organizzazione funzionale interna, sono gli obiettivi di un edificio che racchiude con una facciata di vetro, trattato con differenti gradi di trasparenza, una macchina articolata e composita. Spazi eventi, sale congressi, aule didattiche, percorsi espositivi, uffici amministrativi, servizi di supporto, bookshop, caffetteria si snodano negli ambienti creati da Cino Zucchi e successivamente allestiti dal franco-svizzero Francois Confino, che a Torino aveva già curato il Museo Nazionale del Cinema. Il contenitore, vivo accattivante, dinamico, accoglie dunque le storie leggendarie e i problemi contrastanti legati all’uso dell’automobile, come la passione e i suoi eccessi, il fascino e i suoi pericoli, le virtualità positive della mobilità, il connubio tecnica-arte. Un percorso unico, un luogo inedito: il sipario sull’ambizioso e avveniristico Museo dell’Automobile “Carlo Biscaretti di Ruffa” si apre tra pochi giorni.