Da oltre 35 anni F&M Ingegneria è leader in soluzioni progettuali all’avanguardia nei campi dell’ingegneria civile, delle infrastrutture, del project management e della sostenibilità.
L’azienda è operativa negli ambiti più ampi, dalla riqualificazione di grandi aree al restauro di importanti edifici storici; dalle opere infrastrutturali alla realizzazione di edifici prestigiosi e grandi poli commerciali.
Recentemente impegnati nella riqualificazione, insieme a Park Associati, di un edificio storico in Via Cordusio a Milano, abbiamo incontrato Gisella Rizzi e Alessandro Bonaventura, partner di F&M Ingegneria.
Modulo: Il progetto di cui vi state occupando in questo momento, precisamente la riqualificazione dell’edificio in via Cordusio 2, sarà certificato?
F&M: Si, vogliamo ottenere la LEED Platinum. Si può considerare un esercizio abbastanza semplice quando l’immobile gode già di una posizione strategica. Infatti, uno degli aspetti che viene premiato maggiormente dalla certificazione LEED, ma in generale dai protocolli di certificazione di sostenibilità, è la riconversione. Siccome la sostenibilità è orientata verso la valorizzazione del patrimonio esistente e la tutela della ricchezza naturale, penalizza, di conseguenza, la nuova costruzione, premiando invece i progetti che donano una seconda vita a un edificio, come nel caso di Cordusio. A questo si aggiunge la mobilità: la certificazione premia gli edifici che non aumentano la mobilità o n sfruttano di alternativa (mezzi pubblici, biciclette, ecc.), quindi il progetto di Cordusio è stato promosso a pieni voti per le materie del capito primo della certificazione LEED. L’edificio è stato oggetto di una riqualificazione complessiva ad opera del committente Hines e dell’investitore BWK, una società tedesca. Fortunatamente si tratta di un intervento complessivo su tutto l’immobile di un unico momento, quindi una riqualificazione completa che comporta un approccio impiantistico completo e una flessibilità d’uso integrale per usi futuri.
Modulo: Quando sono iniziati i lavori?
F&M: A gennaio – febbraio 2017 sono iniziati i lavori di strip out (smontaggio selettivo), mentre le opere sono iniziate a fine luglio. Le destinazioni d’uso sono più o meno le stesse rispetto all’esistente: negozi al piano terra, uffici ai piani superiori e qualche residenza. Hines ha acquistato l’edificio e individuato i nuovi conduttori. Uniqlo (brand giapponese di abbigliamento) occuperà il piano interrato, piani terra e primo per almeno il 70%, il restante 30% sarà destinato ad altri utenti.
Modulo: Vi state occupando, soprattutto in Italia, del recupero di edifici storici e prestigiosi. Avete partecipato al progetto del Fondaco dei Tedeschi a Venezia con OMA, dell’ex magazzino dei vini a Trieste con Archea, vi state occupando di Via Cordusio 2 con Park Associati…come nascono queste collaborazioni con studi di architettura prestigiosi?
F&M: Nel caso di Cordusio, per esempio, Hines, la proprietà, ha scelto il Project Manager con cui avevamo collaborato recentemente, che a sua volta ha presentato una rosa di candidati: Park Associati per il progetto Architettonico, F&M Ingegneria per la parte strutturale e Tekser per l’impiantistica. Con Park Associati ci siamo trovati bene, prima di Via Cordusio avevamo già collaborato per dei piccoli progetti e un paio di concorsi.
Modulo: Quali sono i caratteri principali della riqualificazione dell’edificio di Via Cordusio?
F&M: Sicuramente la logistica per quanto riguarda la fase esecutiva, di costruzione. Ci sono due aspetti fondamentali che rendono drammatica la posizione del cantiere: in primo luogo si tratta di un lotto chiuso in sé stesso, cioè non ha sfoghi di cantiere, accade tutto all’interno del cortile e della fascia di occupazione pubblica. Tutto il materiale che arriva in cantiere deve essere immediatamente destinato, tutto ciò che viene demolito deve essere immediatamente smaltito; in secondo luogo, i limiti di orari di lavoro dettati dalla posizione centrale del lotto, che comportano l’attivazione di molti per qualsiasi manovra fuori dalla norma o fuori dall’orario consentito.
Da un punto di vista tecnico, inoltre, è stato molto impegnativo appurare la consistenza dell’immobile. Le strutture dell’edificio sono state oggetto di un intervento di miglioramento sismico, che ha comportato uno studio approfondito dello stato dell’immobile. Il progetto, inizialmente con controsoffitti ancora appesi e muri non ancora demoliti, ha cominciato a spogliarsi di tutte le parti a vista durante i lavori e questo ci ha permesso di poter indagare a fondo lo stato delle strutture. Ovviamente negli anni lo stabile ha subito vari rimaneggiamenti passando da varie proprietà e destinazioni d’uso, sottolineati dalla grande varietà di situazioni che abbiamo riscontrato: solai in legno, acciaio, laterizio, calcestruzzo, buchi aperti, passaggi per impianti aperti e chiusi…ogni angolo dell’edifico aveva caratteristiche differenti, nello stesso piano abbiamo trovato fino a cinque tipologie di solai differenti. Oggettivamente niente di difficile, ma che ha comportato un intervento di grande finezza e di grande pazienza. Tipicamente è quello che succede in tutte le ristrutturazioni. Fortunatamente abbiamo riscontrato la salubrità dell’immobile, quindi non ci sono aspetti particolarmente critici, ma è stato molto oneroso appurare lo stato dell’edificio in maniera corretta e dettagliata. Inoltre, la geometria irregolare del lotto e conseguentemente dello stabile ha comportato un rilievo minuzioso per far tornare tutti gli elementi.
Modulo: In quanti lavorate a questo progetto?
F&M: Il team di direzione lavori, tra tutti i soggetti coinvolti, è composto da almeno 20 persone.
Modulo: Quando potremo vedere il progetto finito?
F&M: Uniqlo aprirà nella primavera 2019, ma l’immobile sarà già pronto in autunno 2018. Uniqlo è un brand giapponese, sono molto metodici nell’organizzazione di un negozio, ancor di più se si tratta, come in questo caso, della prima apertura in Italia.
L’intervista completa su Modulo 413, Maggio/Giugno 2018