Pressione positiva sopravento, negativa sottovento, scia e dispersioni convettive, le applicazioni delle masse d’aria in architettura. Un “vecchio” traguardo tecnologico
Questo contributo si colloca idealmente come una sorta di seconda puntata riguardo alla serie di considerazioni sulla progettazione delle masse d’aria in architettura e sulle loro potenzialità energetiche, economiche e tecnologiche che ho iniziato a sviluppare in un primo articolo pubblicato su questa rivista(cfr. Modulo n.363, 2010). In quel contesto avevo tracciato alcune riflessioni d’inquadramento della problematica riguardo alle modalità di captazione dell’aria, ai principi di trattamento termico delle masse, alle modalità di distribuzione della ventilazione naturale nell’edificio e avevo cominciato, rispetto all’ampia tematica dei possibili sistemi tecnologici impiegabili per il progetto della fluidodinamica in architettura, col prendere in esame le tre categorie che sono probabilmente ad oggi reputate dalla comunità scientifica tra le principali modalità di risposta alla questione dell’accoglimento/ distribuzione/espulsione dell’aria in un edificio: le Torri di ventilazione, i Canali di ventilazione e le Piastre di ventilazione. Ci sono però ancora ampie zone di trattazione da sviluppare sulla questione delle opportunità e modalità di impiego naturale della masse d’aria in architettura, quelle che vedono protagonisti i caratteri morfologico-tecnologici e tipologico-distributivi dell’edificio, soprattutto in relazione alla forte incidenza che sulla questione hanno la forma e l’orientamento, la tipologia e la distribuzione interna, la presenza o meno di spazi ”vuoti” (soprattutto quelli collettivi come chiostrine e atri bioclimatici), i tipi di aperture, le tipologie d’involucro. E’ sulle prime quattro categorie di aspetti (esclusi i tipi di aperture e le tipologie d’involucro, per le quali si rimanda ad una mia prossima “terza puntata”) che si vogliono concentrare tutte le considerazioni che seguiranno.