Il Politecnico di Milano protagonista attivo nello sviluppo e nell’implementazione continua di VeluxLab, prototipo di Mediterranean Active House, centro di ricerca e oggetto di studio insieme.
Active House è una vision di edifici che possano contribuire a creare un ambiente interno più sano e vivibile per gli occupanti, con un impatto positivo sul clima e un carico ambientale sostenibile. Il concept è basato sul comportamento dell’edificio, capace di rispondere istantaneamente agli stress climatici a cui è sottoposto, cambiando autonomamente la propria configurazione, le impostazioni domotiche e assicurando quindi elevati livelli di comfort interno minimizzando, al contempo, l’impiego di energia richiesta per il mantenimento dello stesso. Tale vision è proposta e promossa dalla ActiveHouse Alliance, organizzazione no-profit composta da enti di ricerca ed aziende leader nel settore edilizio, di cui anche il Politecnico di Milano è parte.
Il ruolo dell’Università all’interno del panorama europeo è quello di apportare nuove soluzioni per l’adattamento del concept ai climi caldi tipicamente Mediterranei, dove il clima e i carichi ad esso dovuti sono completamenti differenti rispetto alle regioni del Nord Europa, luogo dove è stata sviluppata inizialmente l’idea e lo standard di Active House.
Veluxlab rappresenta il prototipo di Mediterranean Active House: l’attenzione in fase progettuale al risparmio energetico, la componente domotica che ne regola il funzionamento e la gestione e la possibilità di monitorare continuamente le performance dell’involucro e del sistema impiantistico ne fanno un caso studio paradigmatico.
Ai fini della certificazione Active House un edificio deve rispondere a tre grandi esigenze, Comfort, Energia e Ambiente attravesro la riduzione dell’energia richiesta ai fini del mantenimento del comfort e copertura di almeno il 50% del restante fabbisogno tramite fonti di energia rinnovabile.
Per questo motivo è stato progettato e installato un impianto fotovoltaico di 2kWp sulla copertura del Veluxlab, garantendo una parziale copertura dei carichi elettrici è stato possibile certificare l’edificio come Active House.
AI fini della ricerca tale certificazione risulta essere il primo passo verso l’investigazione completa del tema, costituendo così l’inizio di un approfondimento sulla possibilità di adattare uno standard nord-europeo a climi più caldi.