DAD, no grazie!
La Didattica A Distanza ha accellerato in emergenza pandemia, il processo di digitalizzazione del sistema formativo, ma ha anche mostrato tutti i suoi limiti sotto il profilo sociale e didattico. Il futuro vedrà quindi i LUOGHI DELLA FORMAZIONE come nodo imprescindibile per la crescita dei giovani e quindi del Paese con una visione che impatti sia le strutture sia i modelli formativi di aggregazione e di residenza dedicati. Il nostro osservatorio vuole essere un contributo attuale e mirato a questo percorso.
Tra i settori che più hanno risentito dell’emergenza sanitaria attuale vi è senza dubbio la scuola. Ma l’edilizia scolastica era già in sofferenza prima della pandemia, la quale ha solo messo in evidenza un problema nazionale e accelerato la richiesta di un intervento radicale.
Ma l’edilizia scolastica era già in sofferenza prima della pandemia, la quale ha solo messo in evidenza un problema nazionale e accelerato la richiesta di un intervento radicale. Da tempo infatti le ricerche in campo pedagogico e le analisi del patrimonio edilizio scolastico hanno fatto emergere la necessità di un cambiamento. La qualità dell’istruzione richiede ambienti di apprendimento adeguati all’innovazione didattica, spazi ben progettatiche stimolino emozioni e creatività. Per questo dobbiamo abbandonare lo schema standard della scuola rigida, figlia della società industriale che si basava su un modello di apprendimento nozionistico, che ancora ritroviamo in molte strutture, per un altro più flessibile, figlio del nostro tempo che promuove la diversificazione, la libertà di movimento e il coinvolgimento attivo degli studenti, e che fa posto a spazi nuovi, aperti, flessibili e mobili.