Le simulazioni con programmi di fluidodinamica

Modulo: Come si gestisce in termini progettuali la situazione peggiore, appunto zero vento e umidità alle stelle?
Fabrizio Tucci: La questione è particolarmente importante, soprattutto se si ha l’intenzione di applicare i principi della progettazione delle masse d’aria quando e quanto più possibile in ragione degli obiettivi di comfort (in particolare estivo) e di risparmio energetico (invernale ed estivo). La risposta si fonda su tre pilastri che caratterizzano questo tipo di progettazione: la precisione delle informazioni su velocità, pressione, direzione dei venti in quel determinato sito; l’affidabilità delle simulazioni da sviluppare utilizzando quei dati in applicazione, fin dalle prime fasi, sul contesto morfologico e tecnologico del progetto; ed infine l’accortezza di immettere nelle soluzioni di progetto – seppur rassicurate dai dati prima e dalle simulazioni poi – alcuni elementi di ulteriore “sicurezza” per ottenere la necessaria movimentazione delle masse d’aria anche nei rari momenti di “calma piatta”. Sulla prima questione oggi abbiamo ormai una grande quantità di fonti e di possibilità di acquisirle, a partire dalle carte meteorologiche e climatiche che la maggior parte dei luoghi fisici o amministrativi presenta nei propri siti internet. La questione delle simulazioni è più delicata e assolutamente meno scontata, perché occorre attrezzarsi professionalmente per acquisire la capacità di sviluppare correttamente le modalità di conduzione delle modellazioni termodinamiche e fluidodinamiche in grado di simulare con un buon grado di affidabilità le reali movimentazioni dell’aria all’interno o all’esterno degli organismi edilizi oggetto dei nostri progetti. La terza questione presuppone un’intelligente collaborazione con le componenti tecnologico-impiantistiche del proprio team di progettazione: basterebbe ad esempio pensare in modo appropriato all’immissione delle componenti ibride del controllo della ventilazione in un edificio, caratterizzate dalla presenza di dispositivi tecnologici, quali dei semplici ventilatori che, posti in punti chiave e strategici per entrare in azione con efficacia in caso di totale assenza di movimento d’aria, assicurino meccanicamente quei fenomeni di fluidodinamica che per la maggior parte del tempo vengano realizzati in maniera naturale.

Pubblicato su Modulo 380, ottobre 2012