Una complessità statica celata dalla rigorosa scansione della maglia strutturale esibita in facciata. Una straordinaria libertà compositiva all'interno. E carpenteria curstom made. Protagonista l'acciaio da Livio Vacchini
L' edificio noto come la "Ferriera", recente realizzazione di Livio Vacchini, rappresenta un esempio singolare di come la struttura portante possa diventare l'indiscussa protagonista delle facciate. Collocato in una zona piuttosto centrale della città di Locarno, il blocco della "Ferriera" occupa interamente uno dei lotti del regolare tessuto edilizio del piano di espansione urbano ottocentesco. Il fabbricato risulta, così, isolato su quattro lati in una condizione in cui i prospetti risultano di primario interesse per la definizione formale del volume. Gli alzati diventano i piani di sintesi tra forma e struttura. L'intero edificio si basa, infatti, sull'idea di liberare completamente il pianoterra, cioè la zona deputata a rivestire un ruolo pubblico, e di trasformare, concettualmente, i piani superiori in un "grande tetto", alto 19 metri. Una maglia di profili in acciaio, dipinti di nero, si staglia, staccata di circa un metro dal filo di facciata, sulla superficie vetrata retrostante.
La struttura viene, dunque, portata all'esterno per eliminare qualsiasi appoggio intermedio e permettere di usufruire in modo flessibile dell'area disponibile su ogni livello.