Modulo: Il NOI Tech Park di Bolzano sorge su un’area di 120mila metri quadrati, un tempo occupata da una fabbrica di alluminio, testimone di archeologia industriale degli anni 30. Come vi siete rapportati alla storia del luogo?
Claudio Lucchin: Le aree della “ex Montecatini”, nella vecchia zona produttiva di Bolzano, sono brani di storia industriale rimasti quasi intonsi nel tempo. Era stato Mussolini, per italianizzare il sudtirolo, ad imporre la costruzione di alcune grandi fabbriche in città. La “Montecatini”, tra il 1934 e il 1939, era stata la prima azienda ad insediarsi, poi sarebbero venute la Lancia, le acciaierie Falck e la fabbrica di Magnesio. Nel secondo dopoguerra era diventata la più grande fabbrica di alluminio d’Italia, anche grazie alle molte centrali idroelettriche esistenti in provincia, capaci di fornirla di tutta l’energia necessaria per le due linee del “primario”.
La grande qualità architettonica delle preesistenze ha obbligato noi progettisti ad un rispettoso confronto con esse portando, da un lato, alla creazione di un nuovo edificio che riprende, in chiave avveniristica, i segni dell’antica fabbrica ormai smantellata e dall’altro, al rispetto dei volumi interni delle vecchie centrali di trasformazione della corrente, pur concependo un’occupazione degli spazi fatta di volumi sospesi e/o staccati dalle pareti perimetrali storiche, per meglio individuare l’inserimento di progetto rispetto all’esistente.