Buildign energy labelling, meglio passare ai fatti

Un problema, quello della certificazione energetica degli edifici, dibattuto da più di 20 anni. Il punto è l'obbligatorietà. E ben presto gli edifici risparmiasi saranno sotto gli occhi di tutti
Una storia infinita quella della certificazione energetica degli edifici. Se alla complessità delle procedure amministrative si sommano quelle dell'apparato nor-mativo, ancora in fase di definizione in sede CEN, non è difficile immaginare come una sua applicazione "di massa" una non possa avvenire prima del 2007. Forse sono troppel e questioni ancora aperte, non solo tecniche. Quali edifici certificare? Chi gestirà òa procedura? Quale dovrà essere il costo? Quali saranno le classi di consumo degli edifici? E l'attestato? Ma cos'è la certificazione energetica degli edifici? Può sembrare una domanda banale ma dalla lettura delle esperienze fino ad ora attuate in Europa, un po' a macchia di leopar­do, emergono almeno due interpretazioni che vale la pena di riprendere anche se su Modulo se ne è parlato più volte. La prima che vede la certificazione come una attesta­zione di qualità e quindi come un modo per premiare e rendere evidente la qualità degli edifici, e la seconda come mezzo di informa­zione rivolto all'utente che viene portato a conoscenza della classe di consumo, e di con­seguenza del futuro costo di g_estione, del proprio edificio. Un attestato di qualità nel primo caso e uno strumento di trasparenza nel secondo: due filosofie diverse che si pos­sono tuttavia integrare in una soluzione che consenta di soddisfare entrambe le esigenze:un certificato che informi gli utenti, innescando quel tanto auspicato circolo virtuoso che aumenti la qualità edilizia, ma che allo stesso tempo qualifichi il costruttore diventando per le Pubbliche Amministrazioni, a partire dai Comuni, uno stru­mento per attuare in modo selettivo forme di finanziamen­to e di agevolazioni per i costruttori disposti a investire sulla qualità edilizia.
Il mercato degli edifici di qualità, una volta rimosse le inerzie iniziali, dovrebbe decollare. Un caso non troppo noto, ma sicuramente significativo, è quello svizzero. La certificazione "Minergie", intro­dotta su base volontaria per incentivare gli edifici di qualità, ha avuto successo. Gli edifici certificati sono più di mille: edifici con presta­zioni energetiche elevate, di molto superiori rispetto alla media europea, nei quali viene introdotto un limite di sovraccosto del I 0% (veramente poco se si consi­dera che la qualità minima degli edifici della Confe­derazione è superiore rispetto alla media europea).
Una cosa è certa: la certifica­zione non può partire come iniziativa indipendente, ossia al di fuori di un contesto nel quale la edilizia non è l'obbiettivo fondamentale. La certificazione avrà successo se diventa uno strumento operativo per migliorare le prestazioni degli edifici nuovi, ma anche di quelli esistenti, e un punto di riferimento per attuare una politica di incentivo che premi davvero gli sforzi migliori.
Pubblicato su Modulo 304, settembre 2004