Sicurezza e autonomia nell’uso degli ascensori Elena Giacomello, Giovanni Perrucci, Dario Trabucco Dipartimento di Culture e Progetto, Università Iuav di Venezia.
La versione originale di questo paper è stata pubblicata sugli Atti del Convegno “Specie di Spazi. Promuovere il benessere psico-fisico attraverso il progetto”, svoltosi a Firenze il 20 novembre 2023.
Una progettazione attenta alle persone con disabilità e alle molteplici esigenze che si manifestano durante l’intero arco della vita umana non è ancora una prassi applicata da architetti e ingegneri, nonostante i principi dell’Universal Design siano definiti ormai da quarant’anni. è evidente che abilità e disabilità riguardano lo stato fisico delle persone ma, al contempo, sono accresciute da flessibilità e rigidità degli spazi costruiti (Hendren, 2020). In altre parole, una disabilità è marcatamente più invalidante laddove l’ambiente costruito presenti ostacoli e non offra soluzioni al superamento di una barriera, sia essa fisica, sensoriale o cognitiva.
Uno degli spazi che presenta ancora alcuni ostacoli nell’uso è l’ascensore, dispositivo per antonomasia atto al superamento delle barriere architettoniche. I requisiti di accessibilità degli ascensori sono stabiliti all’interno di leggi e norme tecniche che definiscono un corpus normativo piuttosto ampio, ma anche frammentato (Giacomello et al., 2021). Nonostante sia in costante evoluzione, questo sistema normativo presenta ancora significative lacune riguardo all’utenza con disabilità, poiché alcune persone incontrano difficoltà nell’uso degli ascensori.
Fra le persone con disabilità esposte a difficoltà e rischi d’uso dell’ascensore, vi sono le persone sorde.
Il sistema di allarme di un ascensore (attivato dall’utente-passeggero in caso di intrappolamento) è basato sulla comunicazione verbale con un operatore, attraverso un combinatore telefonico, e questo può rappresentare il primo ostacolo all’interno di un edificio pubblico o privato. “Se per un motivo qualsiasi l’ascensore si blocca è necessario avvisare l’assistenza, e anche un sordo può farlo. Il problema è sentire le istruzioni che vengono comunicate.” (Lisjak, 2012: p.38). Solo con l’ultima versione aggiornata della norma EN 81-28:2022 viene introdotto l’uso di un simbolo luminoso giallo durante la validazione dell’allarme e verde durante la comunicazione vocale. Tuttavia, l’interpretazione di quest’ultima soluzione solleva alcune incertezze, e comunque, tali disposizioni non sono sufficienti a garantire una comunicazione efficace tra una persona con deficit uditivo intrappolata e l’operatore.
Secondo il World Report on Hearing dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 2021, si stima che globalmente una persona su cinque, pari a 1,5 miliardi di individui, presenti un certo grado di perdita uditiva. Di questi, circa 400 milioni, compresi 34 milioni di bambini, soffrono di una forma di ipoacusia disabilitante (OMS, 2021). Tale situazione è destinata a peggiorare nel corso degli anni, con previsioni che indicano un aumento fino a raggiungere i 2,5 miliardi di persone affette entro il 2050.
L’incidenza della sordità, inoltre, aumenta col crescere dell’età e pertanto interessa in maniera preminente ambienti come residenze sanitarie, cliniche e ospedali.
La fruizione dell’ascensore, da parte delle persone sorde, in condizioni di sicurezza e comfort non è soddisfatta: l’evidenza dei fatti trova conferma nell’analisi dei requisiti normativi, come dimostra la ricerca ancora in corso condotta da Elena Giacomello, Giovanni Perrucci e Dario Trabucco del Dipartimento di Culture del Progetto, Università Iuav di Venezia, insieme a Marco Costa, del Dipartimento di Psicologia, Università di Bologna.