Le fessure erano caratterizzate da un
andamento di carattere sia longitudinale/trasversale
sia d’angolo; tale aspetto ha portato a pensare che il
fenomeno fessurativo potesse essere esteso non solo
a tutto lo spessore del lastronato esistente ma anche
probabilmente alla fondazione della sovrastruttura in
misto cementato implicando la necessità di una maggiore
profondità dell’intervento. Si è quindi reso necessario
omogeneizzare il pacchetto della sovrastruttura
di tipo rigido cercando di garantire uniformità anche
in termini di caratteristiche strutturali.
La riqualifica di
tipo profondo ha consentito sia di eliminare l’attuale
permeabilità della pavimentazione agli agenti meteorici
(presenza di fessure diffuse ed “aperte”) sia di ripristinare
le caratteristiche funzionali della pavimentazione
eliminando gli ammaloramenti presenti (es. dislivelli tra
lastre contigue). Si è inoltre proceduto all’ottimizzazione
dell’orditura dei giunti: in particolare il giunto in direzione
parallela al movimento degli aeromobili risultava essere
in corrispondenza delle traiettorie maggiormente
interessate dal passaggio di pneumatici del nose gear. Il
nuovo layout sviluppato ha portato a vantaggi tangibili,
tra i quali il fatto che i giunti della pavimentazione non
fossero più posti (in rettilineo) lungo traiettorie con maggiori
ricoprimenti dei pneumatici aeromobili, (né nose
gear né main gear), e che il posizionamento dei fuochi
per gli Aiuti Visivi Luminosi (AVL) non si trovasse più in
prossimità (< 50-100 cm) dei giunti strutturali della pavimentazione
a meno di situazioni puntuali.
L’intervento
Considerato lo stato di fatto e tenendo conto della necessità
di effettuare l’intervento in tempi rapidissimi, Italcementi
e Calcestruzzi, hanno valutato la possibilità
di mettere in campo una soluzione innovativa, in grado
di garantire in meno di 36 ore le resistenze che un normale
calcestruzzo sviluppa in 28 giorni: tale possibilità è
stata da subito condivisa e sposata dall’area manutenzione
infrastrutture dell’aeroporto stesso, consci della
sfida che l’utilizzo di un materiale innovativo avrebbe
portato in un ambito come quello descritto. Nel dettaglio,
la zona interessata era costituita da un rettangolo
di geometria 15 m x 21 m posto a ridosso di parte del
fognolo di scolo delle acque piovane, a sua volta ammalorato
e sostituito quindi in occasione dell’intervento
sulla piastra; allo stesso tempo, gli impianti ed i cavidotti
per i fuochi AVL sono stati demoliti e ripristinati ex-novo.
L’intervento è stato attentamente analizzato da parte di
tutti gli attori coinvolti valutando le problematiche attese,
in particolar modo tenendo conto della necessità di
lavorare in una zona posta a -1 m dal piano campagna,
che di fatto limitava le opzioni tecnologiche per la stesa
e la compattazione dei rilevati per problematiche di accessibilità
e di integrità del sottofondo stesso, considerati
gli stretti parametri di regolarità richiesti da capitolato.
Le operazioni di demolizione della piastra esistente
sono iniziate immediatamente dopo l’accantieramento
e la dismissione delle monovie di alimentazione dei singoli
fuochi AVL, procedendo senza interruzione sino al
completamento. Si è poi proceduto alla rimozione e al
conferimento, andando a sostituire anche parte del sottofondo
che risultava in alcune zone compromesso dalla
presenza di materiale argilloso di tipo comprimibile e
soggetto a variazioni di portanza legate ai cicli seccoumido
e caldo-freddo, una delle probabili cause dell’ammaloramento
della piastra in calcestruzzo esistente.
Nello specifico, il sottofondo è stato ricostruito andando
a disporre uno strato di 0,3 m in misto granulare stabilizzato
e rullato in modo da ottenere una portanza dello
stesso idonea per lo scopo, e successivamente ricoperto
da 0,4 m di conglomerato cementizio per sottofondazioni
appositamente studiato per la rapidità di intervento
e le modalità disagiate di posa in opera e compattazione.
A seguire sono stati interposti uno strato in
tessuto non tessuto e un doppio strato di polietilene per
ridurre al minimo l’attrito tra la piastra in calcestruzzo
ed il supporto, il giunto di isolamento lato fognolo e gli elementi
in materiale comprimibile per ripristinare i giunti
perimetrali in adiacenza alla piastra esistente.
All’interno della zona di getto, i fustelli per i fuochi AVL
sono stati disposti preventivamente ed isolati mediante
gommapiuma per garantire la possibilità di movimento
reciproco tra l’inserto metallico ed il calcestruzzo circostante,
con lo scopo di ridurre sensibilmente il rischio
di fessurazione derivante dalla presenza di tali elementi
all’interno della matrice.
Una volta ultimate le operazioni
di preparazione dell’area, si è proceduto al getto di completamento
della fondazione e delle spalle laterali del
nuovo fognolo prefabbricato, alla disposizione delle armature
di progetto in corrispondenza del fognolo stesso
e dei giunti. Tale operazione ha richiesto particolare cautela
per il corretto posizionamento come indicato negli
elaborati progettuali, avendo cura di svincolare i barrotti
delle file adiacenti per garantire la collaborazione tra le
diverse zone della piastra solo nelle modalità prestabilite.
Nella zona adiacente al fognolo è invece stata disposta
un’orditura tale da poter ammettere il transito degli
aeromobili direttamente sopra la sezione, caratteristica
del progetto che ha comportato una densità di rinforzo notevole nelle sezioni interessate. Le operazioni di getto
sono iniziate alle 22.00 del 15/09 e si sono concluse in
circa 3 ore. Il materiale è stato messo in opera mediante
pompa carrata, piazzata a margine dell’area e successivamente
steso e finito con staggia vibrante a mano.
Il calcestruzzo è stato prodotto da Calcestruzzi nell’impianto
di San Lazzaro di Savena (Bo) e consegnato direttamente
in aeroporto dopo aver accreditato il fornitore,
i mezzi ed i relativi conducenti: tra le caratteristiche non
comuni della realizzazione vi è stata infatti la necessità
di provvedere per tutto il personale coinvolto alla formazione
specifica relativa all’operatività in ambito aeroportuale.
L’utilizzo della pompa carrata si è reso necessario
data la geometria e dislocazione dell’intervento: non era
infatti possibile raggiungere tutte le zone interessate
mediante laser screed o meccanismi di stesa meccanizzata,
sia per le dimensioni (21 m x 15 m) che per la quota
del piano di imposta del getto (- 0,4 m) che escludeva di
fatto l’accessibilità ai mezzi.
La posa in opera del materiale
è stata effettuata dagli operatori e tecnici della
ditta Lineacem S.r.l. in subappalto all’impresa Baraldini
Quirino S.p.A., garantendo una corretta finitura mediante
elicottero e scopatura manuale a meno di 5 ore dopo
l’inizio delle operazioni di getto, a cui è subito seguito un
trattamento superficiale con soluzione a base di silicati:
le specifiche previste da capitolato annoveravano infatti
dettagli relativi alla macrotessitura (UNI EN 13038-1) e
aderenza (UNI EN 1338-4) della superficie stessa.
Le successive operazioni di taglio e sigillatura dei giunti
sono iniziate dopo circa 7 ore dall’inizio della stesa del
calcestruzzo, andando a tagliare secondo le specifiche
per giunti aeroportuali per 20 mm di spessore e 140
mm di profondità. Il calcestruzzo consegnato è stato
progettato dai laboratori di Innovazione di Italcementi e
da Calcestruzzi utilizzando un particolare compound di
materiali cementizi opportunamente miscelati e gradati,
unitamente ad additivi specifici per l’applicazione dosati
direttamente in impianto. Le specifiche tecniche previste
da capitolato erano le seguenti:
• Verifica dei requisiti superfi ciali
Classe di resistenza caratteristica a compressione:
C45/55 (UNI EN 206:2016 e UNI 11104);
• Resistenza alla flessione su prisma: > 5,5 MPa (UNI EN
12390-5:2009)
• Classi di esposizione: XC4 – XD3 – XF4 (UNI EN 206:2016
e UNI 11104);
• Abbassamento al cono: 20 ± 3 cm (UNI EN 12350-
2:2009).
Per la scelta della classe di consistenza si è reso necessario
tenere conto delle particolari condizioni di cantiere
sopra descritte per cui l’unica metodologia di getto possibile
è risultata essere quella manuale con l’utilizzo di
“staggia manuale” e “staggia vibrante” e la scelta di una
classe di consistenza adeguata. Per quanto concerne le
resistenze a compressione e flessione, considerato il lasso
di tempo disponibile, si è deciso di progettare la miscela
affinché fossero sviluppate entro 36 ore dal getto le caratteristiche
prestazionali minime, in termini di compressione
e trazione per flessione del calcestruzzo, che permettessero
il passaggio degli aeromobili.
Tuttavia, già dopo 24 ore il
materiale aveva sviluppato una resistenza a compressione
superiore a 50 MPa, ed una resistenza a trazione per flessione
maggiore di 5,8 MPa: considerati i risultati ottenuti, la
Direzione Lavori ha dichiarato il materiale conforme con 12
ore di anticipo, certificando così un ulteriore diminuzione
dei tempi di maturazione già decisamente contenuti.
Dopo 72 ore dall’inizio lavori, la pavimentazione risultava
di fatto già agibile per il traffico aeroportuale di progetto. Il
materiale utilizzato nell’ambito della realizzazione sin qui
descritta, è parte di una famiglia di calcestruzzi altamente
prestazionali progettati nei laboratori Italcementi, in grado
di garantire la carrabilità della pavimentazione aeroportuale
a seconda delle condizioni e richieste della committenza
sino a 4 ore dopo la stesa.Grazie alle conoscenze sviluppate
dalla ricerca di soluzioni innovative e durante questo
intervento, si è oggi in grado di consegnare ai gestori aeroportuali
un range di performance e di possibilità manutentive,
in particolare su porzioni di lastronati in cls (Apron/
Apron Taxilane), fino a poco tempo fa non raggiungibili.