La progettazione degli interventi di consolidamento statico e sismico del Palazzo della Civiltà Italiana, affidata allo Studio Croci & Associati di Roma, è stata preceduta da una campagna di indagini in situ di tipo strumentale e visivo che hanno permesso di caratterizzare i materiali in opera.
Dal punto di vista strutturale, oltre alla formazione di nuove strutture interne alla fabbrica quali passerelle e strutture metalliche di sostegno, è stato richiesto un aumento del carico utile di alcune aree dei solai, in particolare quelle corrispondenti ai solai del tipo “bidelta a casseforme” di grande luce (circa 10m) e altezza pari a 38+5cm, posti in posizione simmetrica sui lati nord e sud del fabbricato.
Facendo riferimento a numerosi studi e analisi sui solai del Palazzo della Civiltà Italiana e in particolare ai rapporti relativi a prove di carico o analisi dinamiche, si è valutato un limite del sovraccarico accidentale ritenuto ammissibile per i solai notevolmente inferiore a quello richiesto dalle nuove destinazioni d’uso previste a progetto.
L’intervento di consolidamento ha comportato l’inserimento, all’intradosso dei travetti dei solai interessati, di un piatto in acciaio incollato con resina all’intradosso del travetto e tirantato alle estremità per mezzo di barre metalliche inclinate inghisate in fori effettuati nelle travi di bordo.
L’esecuzione dell’intervento sui solai ha richiesto l’impiego di materiali, tecnologie e attrezzature idonee: carotatrici e trapani montati su apposite guide per il mantenimento dell’inclinazione nella fase di realizzazione dei perfori; pompe pneumatiche BOSS 400 E-PN per l’iniezione della resina epossidica tipo BCR 400 Epoxy 21 necessaria per l’inghisaggio delle barre diametro 16mm.
La scelta di utilizzare un ancorante chimico di tipo epossidico è stata dettata principalmente dalla necessità di avere tempi di indurimento sufficientemente lunghi da permettere l’iniezione in perfori lunghi 1400mm e l’installazione di più ancoraggi in sequenza, oltre a garantire elevate prestazioni in termini di carico.
Scostandosi i parametri di progetto dai dati di installazione tipici per applicazioni con il prodotto BCR Epoxy 21, si è proceduto alla esecuzione di prove di estrazione in situ tali da permettere di valutare le capacità dell’ancorante chimico nell’applicazione specifica. Le prove sono state effettuate con estrattori portatili e strutture di contrasto progettate appositamente per garantirne la fattibilità.