Rumore ospedaliero e salute:
uno scenario critico Le superfici rigide – pavimenti in linoleum, pareti vetrate, controsoffitti non fonoassorbenti – agiscono come amplificatori del suono, determinando un ambiente acustico ostile. La Joint Commission (2010) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandano livelli di rumore inferiori ai 35 dBA durante il giorno e ai 30 dBA di notte nei reparti ospedalieri. Tuttavia, la letteratura internazionale documenta valori medi di LAeq compresi tra 55 e 75 dBA, con picchi superiori a 90 dBA durante le attività cliniche.
Questi livelli interferiscono con il sonno dei pazienti, aumentano i livelli di cortisolo e la frequenza cardiaca, prolungano i tempi di recupero e accrescono il rischio di riospedalizzazione.
Il rumore cronico, inoltre, altera le dinamiche relazionali tra operatori, pazienti e familiari, ostacolando la comunicazione e la privacy.