L’ingresso principale dell’edificio,originariamente adibito alla prima visita del bestiame, è costituito da un portico colonnato che unisce due corpi di fabbrica: sulla sinistra si trova l’edificio che ospitava l’abitazione del custode e i locali per le guardie daziarie e di città, mentre a destra la costruzione destinata agli uffici, la pesa e l’abitazione del direttore, edificio che dal 2009, dopo il restauro, accoglie il Planetario.
La grande sala, a suo tempo adibita alla macellazione bovini, che occupava la parte centrale del caratteristico edificio a 3 navate, struttura che è valsa all’edificio l’appellativo di “Cattedrale”, è illuminata da finestroni e da un lucernario per tutta la lunghezza della copertura; la disposizione planimetrica adottata, scandita dalla presenza di 28 pilastri, consentiva l’organizzazione degli spazi a celle. Intorno agli anni Settanta l'edificio perse la sua originaria funzione di macello e nel decennio successivo vennero iniziati i lavori di restauro della sala principale - preservandone la struttura originaria – per essere trasformata in un suggestivo spazio espositivo ed ospitare le attività del laboratorio culturale.
Dopo decenni di alterne vicissitudini per l’intera area, il complesso architettonico che si sviluppa su una superficie di 17.000 mq, è oggi esempio di pregevole archeologia industriale sottoposta a vincolo della Soprintendenza, inserita nel piacevole contesto verde del parco urbano che lo circonda. Il restauro e la manutenzione straordinaria della copertura della “cattedrale” si è resa necessaria a causa delle gravi e numerose infiltrazioni d’acqua che hanno danneggiato in modo irreparabile il tetto, compromettendone la stabilità e la tenuta. Nello specifico, l’acqua infiltrata dalle tegole rotte nel tempo ha impregnato la fibra di legno che era stata utilizzata come isolante, vanificando la funzionalità della coibentazione.
La struttura lignea del tetto, con sottofondo in tavelloni, è stata dunque completamente ripristinata, mentre le tegole in cotto esistenti sono state rimosse per essere poi in gran parte riutilizzate sulla copertura restaurata.
Un ruolo da protagonista nell’intervento di rifacimento della copertura è stato svolto dal sistema termoisolante portante ISOTEC di Brianza Plastica, scelto dai progettisti per le elevateprestazioni cheil pannello offre in termini di stabilità strutturale nel tempo, oltre che per le proprietà funzionali di seconda impermeabilizzazione che tale soluzione offre in caso di problemi al manto di copertura. Infatti grazie alle eccellenti proprietà del poliuretano espanso a celle chiuse, un materiale esente da assorbimenti d’acqua,insensibile all’umidità e agli sbalzi termici, il pannello ISOTEC si presenta come una soluzione estremamente stabile e duratura nel tempo, in grado di offrire una efficace protezione al supporto. Inoltre il rivestimento in alluminio del pannello offre un’ulteriore protezione all’anima isolante su entrambe le superfici.
Per l’isolamento dei 1.400 mq di copertura delle tre navate dell’edificio, sono stati impiegati i pannelli ISOTEC spessore 60 mm, i quali, grazie alla loro maneggevolezza, lavorabilità ed elevata capacità isolante, hanno assicurato una posa rapida e molto semplice a fronte di un peso minimo, caratteristica importante su una struttura antica in legno. Il pannello ISOTEC,con anima in schiuma poliuretanica espansa rigida auto-estinguente, offre alla copertura e dunque all’edificio, elevate prestazioni di coibentazione con una conduttività termica dichiarata che raggiunge il valore di 0,022 W/mK e un’impermeabilizzazione aggiuntiva grazie alla lamina in alluminio goffrato che lo ricopre.
I pannelli ISOTEC presentano una finitura battentata a coda di rondine sui lati corti per garantire la massima continuità dell’isolamento, eliminando la formazione dei ponti termici. Il correntino asolato in acciaio integrato nel pannello costituisce il supporto ottimale per le tegole che vengono appoggiate ad esso e nello stesso tempo, grazie alla sua conformazione forata, esso crea una camera d’aria che attiva la ventilazione della copertura.
La microventilazione sottotegola favorisce il rapido smaltimento dell’umidità, contribuendo in maniera determinante alla durata e al mantenimento nel tempo del manto di copertura. Il sistema ISOTEC crea così, con la posa di un unico prodotto, un impalcato pedonabile e portante, termoisolante, ventilato ed impermeabile, che assicura elevate prestazioni in termini di risparmio energetico, preservando la salubrità e la durabilità delle strutture nel tempo.