La facciata incompiuta. È questa l’immagine più conosciuta di Palazzo
Giustinian Bernardo, conosciuto come Cà Bernardo, l’edificio situato nel
sestiere di Dorsoduro, che si affaccia
sulla riva destra del Canal Grande. Un
prospetto inedito, incompleto, perché
non raggiunge la sua altezza massima
lungo tutta la sua estensione, ma lascia una parte di esso, l’ala destra, ad
una quota inferiore, raggiungendo solo
il primo piano.
Il fronte è organizzato
su quattro livelli e si caratterizza per il
doppio portale d’acqua al piano terra
e per la veramente rara sequenza di
quattro elegantissime bifore ad arco al
primo piano. Limitatamente alla parte
sinistra, presenta un ulteriore piano nobile con due bifore e un mezzanino
sottotetto.
Il progetto di manutenzione straordinaria riguarda la copertura di Palazzo
Ca’Bernardo in corrispondenza dell’ultimo piano dove si trovano gli studioli
dei professori, una sala riunioni con
affaccio su Canal Grande, oltre ad ambienti distributivi come corridoi, che
fungono anche da piccole zone studio,
servizi igienici, vani scala, ascensore e
vani tecnici.
L’edificio è caratterizzato
da due ali che si sviluppano sull’asse
est-ovest, disassate tra di loro. Un’attenta e meticolosa attività di indagine
e rilievo ha permesso di conoscere a
fondo l’identità della copertura e di capirne l’essenza, nonostante gli interventi che hanno interessato la struttura secondaria del tetto, realizzarti nella
seconda metà del ‘900. In generale
l’intervento previsto è di tipo conservativo, volto dunque al mantenimento
degli elementi costitutivi la copertura,-
migliorando laddove necessario, le loro prestazioni meccaniche e di durata
nel tempo.
Copertura, stato di fatto
e intervento
Il sistema copertura è caratterizzato
da capriate in legno principalmente
di tipo semplice e di tipo “palladiana”
che costituiscono l’orditura principale.
In particolare le capriate tipo semplice
sono costituite da una catena (sezione19x23 cm), due puntoni (sezione
15x18 cm), due saette (sezione 12x15
cm) ed un monaco (sezione 15x18cm).
Una tipologia che copre una luce,
nell’ala ovest, compresa tra 6 e 13 metri, mentre nell’ala est è compresa tra
8 e 19 metri.
L’unica capriata palladiana presente,
invece, è situata nell’ala est e copre
una luce compresa tra 8 e 13 metri.
La
palladiana è formata da puntoni suddivisi in inferiore e superiore che poggiano sui due monaci, punto di intersezione anche con la contro catena. In
tutte le capriate sono presenti staffe in
metallo di collegamento, alcune di riuso, tra puntoni e monaco e tra monaco e catena. Inoltre sono visibili chiodi tra saette e monaco e tra saette e
puntoni. Sopra la struttura secondaria composta da morali (dimensioni 7x7
cm), anch’essa in legno e perpendicolare all’orditura primaria, trovano posto i tavelloni in laterizio (dimensioni
25x60x3 cm).
Completano il pacchetto
di copertura la guaina impermeabilizzante e un manto di coppi.
Le acque piovane vengono convogliate dalle falde, aventi pendenza
del 40% circa, alla grondaia in pietra
d’Istria, sorretta da mensole, che sul
fronte verso Canal Grande rappresenta un vero e proprio cornicione modanato. I rilievi e le analisi sullo stato di
conservazione della copertura hanno
confermato un generale buono stato
di conservazione delle strutture lignee
benché fossero presenti fessure da
ritiro, anche profonde, sulle capriate.
Il progetto ha previsto interventi di
manutenzione straordinaria del manto di copertura suddivisi in due stralci
per mantenere la fruizione degli spazi
e dare continuità all’attività negli ambienti sottostanti la copertura.
L’intervento è stato condotto lavorando dapprima sull’estradosso della copertura e, successivamente, sull’intradosso operando dall’interno, in quanto
è previsto il mantenimento dell’orditura principale e secondaria, dei tavelloni in laterizio e della guaina impermeabilizzante e la sostituzione degli
elementi. negli ambienti sottostanti
la copertura. Per quanto riguarda l’orditura principale lignea del tetto, si è
proceduto alla rimozione controllata
della muratura,con recupero dei mattoni esistenti, per lo smuramento delle
teste e la verifica delle loro condizioni.
Ai fini di un miglioramento termoigrometrico dell’intera copertura e di un
maggior isolamento degli ambienti
sottostanti che ospitano alcuni uffici
dei professori oltre a degli spazi comuni, è stato poi posato, tra i morali di
legno, un pannello multistrato formato
da uno strato termoisolante ed un rivestimento in lastra di gesso resistente al fuoco.
Il pannello è stato poi tinteggiato lasciando a vista i morali e le capriate,
che sono state verniciate e portate
in classe 1 di resistenza al fuoco. Una
volta ripristinato il pacchetto portante
di copertura si è deciso di utilizzare
per la stesura del manto di coppi il
sistema Aercoppo, che per le sue caratteristiche intrinseche permetteva di
soddisfare diverse esigenze del progetto: non grava infatti sulle strutture
preesistenti grazie alla sua leggerezza,
è perfettamente reversibile, rispetta
le particolarità della copertura su cui
viene installato, non modificandone
l’aspetto. Inoltre,non essendo vincolato alla struttura sottostante, è libero
di adattarsi alla conformazione,anche
irregolare,del piano di posa. Tutto il
sistema poggia a secco sulla nuova
guaina impermeabilizzante che viene
realizzata sopra a quella esistente,la
cui rimozione non è prevista pernon
danneggiare i tavelloni in laterizio esistenti.