Zeche Zollverein è stato il più importante sito industriale in disuso in Europa dopo l’interruzione dell’attività in miniera verso la metà degli anni Ottanta. Gli impianti sono rimasti in stato di abbandono fino a quando la città di Essen, spinta da un rinnovato interesse per il sito a livello internazionale, ha iniziato a redigere dei piani per trasformare la Zeche Zollverein in un centro per il design, l'architettura e l'arte di primo piano a livello europeo firmato poi da OMA.
La Zollverein School of Management and Design, un cubo di cemento armato a vista di 35 x 35 metri, segnala l’acceso principale del sito. Internamente la struttura ha cinque livelli con interpiani di diversa altezza per rispondere alle varie necessità imposte dalla didattica.
Al piano terra si trovano la reception, la caffetteria, uno spazio espositivo e, all’interno di un volume indipendente, un auditorium. Nei successivi due piani si trovano invece sia le aule per il lavoro sia per seminari, uno spazio espositivo e la biblioteca. Il quarto piano ospita gli uffici, una sala conferenze e dei piccoli cortili interni che si possono vedere anche dal tetto giardino posizionato in copertura.
Gli spazi interni, privi di colonne, che si articolano intorno al nucleo portante degli impianti di risalita, sono estremamente diversificati nel carattere grazie alla modulazione delle perforazioni dell'involucro in cemento armato con le quali è stato possibile ottenere, per ciascuna area dell'edificio, un maggiore o minore senso di isolamento, penetrazione della luce ed esposizione al paesaggio circostante.
La vera particolarità dell’edificio risiede nello spessore delle pareti esterne di soli 25 centimetri. Questo è dovuto al fatto che non è stato necessario aggiungere una contro parete isolante all'interno, ma è stata inserita, nella struttura di cemento, una serrata e sottile rete di tubazioni che mette in circolo l'acqua pompata da una vena sotterranea, alla temperatura di 28°C. Questa soluzione, sia nella realizzazione che nella gestione, comporta costi minori rispetto all'uso di un normale isolante termico.
Crediti fotografici: Iwan Baan