Palinsesto di geografie antiche ed attuali conformazioni naturali, di sedimi passati e recenti configurazioni territoriali, il Wolfe Center for the Arts si impone come figura sintetica e riassuntiva di un fatto naturale mutato nel tempo. L’edificio, parte della Bowling Green State University, ricalca tanto gli altopiani sfaccettati dei ghiacciai di epoca preistorica che insistevano sul sito quanto riprende, con alcune variazioni, le pianure sconfinate e gli ampi orizzonti dell’Ohio.
Le lande verdi modellano un edificio che in parte è contenuto ad di sotto di una copertura verde: un tetto erboso percorribile e utilizzabile per la sosta, che accompagna verso gli ambienti esterni e prosegue idealmente i lotti non edificati del contesto. Questa parte degradante offre un luogo ideale per mangiare all’aperto, per sedersi, per studiare; i lati ad est e ovest sono trattati invece con aiuole geometriche caratterizzate da differenti essenze: qui il suolo si tramuta, assumendo tratti più urbani anche in corrispondenza dell’ingresso principale al Wolfe Center for the Arts.
Un grande salone open space accoglie il visitatore, offrendo un diretto collegamento visivo con le sale, le aule e i dipartimenti per lo studio dell’arte, della musica e del teatro.
Il volume contiene tre spazi destinati alle performance: un teatro di proscenio per le grandi produzioni del teatro musicale, dell’opera e del dramma classico; un teatro studio per la presentazione di molteplici stili ed un teatro di recitazione per le produzioni sperimentali, che integra la gestualità ed i movimenti del corpo con la tecnologia digitale ed il suono.
Crediti fotografici: Snøhetta, Bruce Damonte.