Gli “Ateliers de la Pensée”, avviati nell’ambito del festival di Avignone, sono stati l’innesco per realizzare un luogo – Villa Créative – che potesse assicurare loro un futuro a lungo termine, creando connessioni e interazioni tra discipline artistiche e scientifiche, oltre il periodo estivo del Festival, per tutto l’anno.
Il complesso si articola in quattro parti: l’edificio A si sviluppa su quattro piani. Dal lato Nord si accede all’interrato che ospita i locali tecnici, archivi, magazzini e sale audiovideo. L’area, posta al centro dell’ala principale, collega le aree di coworking e living lab, al piano terra. I visitatori possono facilmente attraversare l’ala Est per raggiungere l’auditorium. Il piano terra è occupato dal centro di formazione di 1.000 m² e da altre sale raggruppate su questo livello che possono essere utilizzate indipendentemente dal resto dell’edificio. Gli uffici amministrativi si trovano nell’ala centrale, mentre le sale riunioni e gli altri laboratori si trovano nelle ali secondarie.
Al secondo e ultimo piano è insediata l’École des Nouvelles Images, autonoma rispetto al resto dell’edificio. Notevoli gli interventi effettuati su questo livello: il solaio dell’ultimo piano è stato abbassato per recuperare il piano delle “combles” (del sottotetto) e il layout riconfigurato potenziandone la fruizione, la connessione e l’accesso.
Nella conciergerie, annessa all’edificio principale, si trovano gli spazi per l’organizzazione della logistica a servizio degli eventi e il centro di controllo della sicurezza.
L’edificio B ospita gli uffici del personale al piano terra su due livelli.
Nell’edificio C si trovano gli spazi di ristoro (ristorante e cucine) suddivisi tra il piano terra e il primo piano.
Rispettoso del carattere storico e monumentale dell’edificio, il progetto di Alfonso Femia ha lavorato su tre azioni importanti che trasformano la fruibilità dell’edificio attraverso innesti fluidi e armonici: la scala monumentale è stata valorizzata inserendo un volume trasparente che contiene l’ascensore. Le pareti della scala sono state rivestite in ceramica diamantata. La luce, che entra dalle grandi finestre, è soggetto attivo nell’interlocuzione tra i materiali, vetro e ceramica.
La facciata dell’auditorium è trasparente; le tre arcate originali sono state reinterpretate con infissi in acciaio e vetro e l’acustica è stata ottimizzata con pannelli di sughero e tende di materiale fono-assorbenti.
È stato ricavato volume nello spessore del sottotetto per creare un nuovo piano e guadagnare spazio prezioso, con un intervento comunque discreto.
Compatibilità ecologica e reversibilità sono al centro della scelta dei materiali: i pavimenti e le strutture sono in cemento; per l’innesto sulla scala monumentale e per l’auditorium sono stati usati acciaio inox e vetro. Per gli interni e le opere di falegnameria, è stato scelto una specie legnosa certificata. L’isolamento è stato migliorato usando rivestimenti in legno in copertura e doppi vetri speciali.
Lo sviluppo progettuale è stato il più possibile aderente alla configurazione degli edifici esistenti. Questo ha permesso di controllare sia i costi dell’intervento, sia, in proiezione futura, quelli della manutenzione. Involucro e coperture degli edifici sono state e riqualificate, conservando i materiali originali. I serramenti esterni di legno sono stati in parte conservati e restaurati (quando possibile, nel rispetto delle prestazioni necessarie), in parte sostituiti con nuovi infissi sempre di legno, una scelta di valorizzazione filologica e di armonizzazione storico architettonica.