Si tratta di un intervento di sostituzione edilizia poiché ubicato nella stessa area dove sorgeva l’originale complesso sportivo dedicato all’atletica e al calcio disegnato alla fine degli anni Trenta dall’architetto fiorentino Gherardo Bosio. L’edificio, ad eccezione della struttura monumentale di ingresso della tribuna autorità, è stato completamente demolito e ricostruito con l’obiettivo di costruire un impianto capace di soddisfare gli standard Uefa, di realizzare un impianto per il calcio integralmente coperto con annessi servizi, funzioni e attività in grado di far vivere l’edificio tutti i giorni con continuità. Obiettivo dell’intervento era realizzare un monumento contemporaneo in grado di valorizzare, attraverso un’infrastruttura dedicata allo sport, l’immagine e il ruolo della capitale albanese. Investimento da 80 milioni di euro: 70 finanziati dall’impresa Albstar che ha selezionato il team italiano per la progettazione, e costruito interamente l’opera di cui ha mantenuto in proprietà e in gestione tutte le funzioni extra sportive come gli spazi commerciali ubicati al piano terra, l’edificio per uffici sovrastante la parte monumentale originaria e la torre-hotel alta oltre cento metri. Ulteriori 10 milioni di euro sono stati stanziati della federazione calcistica albanese, che gestirà la parte sportiva del complesso che oltre al campo di gioco e alle tribune comprende gli spogliatoi e le palestre poste al di sotto della piazza antistante l’ingresso monumentale. Sono previste ricadute dirette sulla rigenerazione del quartiere che alzeranno il valore immobiliare di un’area, tanto importante dal punto di vista della localizzazione urbana ma fino adesso degradata. Tre anni di cantiere per costruire un’architettura di grande valore iconico al posto dell’impianto inaugurato nel ’46 con quindicimila posti, diventati poi diciannovemila con un ampliamento nel 1974 in occasione del trentesimo anniversario della Liberazione dell’Albania. Per il nuovo stadio nazionale, lo studio Archea Associati ha soddisfatto le richieste di una committenza privata con la necessità di un intervento economicamente sostenibile. La demolizione si è resa necessaria per poter aumentare la capienza dello stadio, coprirlo in ogni ordine di posto, conservando al contempo lo stesso ruolo simbolico che la struttura originaria rivestiva all’interno della città. Inoltre, per rispettare la storia e la tradizione del luogo e poter mantenere lo stadio all’interno dello stesso sedime, ampliandone però la capacità, lo studio fiorentino ha adottato soluzioni progettuali e tipologiche innovative. È stato mantenuto il disegno urbano immaginato dall’architetto romano Armando Brasini, poi sviluppato concretamente dall’architetto razionalista fiorentino Gherardo Bosio, autore tra l’altro della parte terminale della città di Tirana, compreso lo stesso stadio e il campus universitario costruito a partire dalla fine degli anni Trenta, completato dopo la guerra. E, in continuità con l’intervento di Bosio, Archea Associati ha smontato e ricostruito in modo filologico la facciata monumentale della tribuna autorità, ripristinandola anche come valore e ruolo di elemento di accesso alle aree VIP dello stadio. Il nuovo stadio si caratterizza per la presenza di tre tribune, invece che quattro, e si presenta come una sorta di teatro classico, riproponendo anche l’idea de La Bombonera di Buenos Aires, in particolare per dare una risposta allo spazio limitato dell’area di progetto. Altro elemento distintivo dell’opera è la torre alta 100 metri, dove tra un anno aprirà le porte un hotel della catena Marriott. «Per tanti anni gli stadi sono stati usati esclusivamente per l’impegno della partita. Solo in anni più recenti si sta innovando questa tipologia anche per far fronte ad esigenze finanziarie di società calcistiche e gestori. A Tirana - racconta Marco Casamonti - abbiamo progettato uno stadio con il piano terra completamente dedicato ad attività commerciali, con una serie di negozi che affacciano sulla strada e 9 scale monumentali che danno accesso al primo e al secondo anello. Lo stadio contemporaneo non è semplicemente il luogo dove si assiste ad un evento sportivo, ma più in generale un centro di aggregazione che svolge un ruolo attivo per 365 giorni l’anno. I nuovi stadi devono infatti essere anche edifici sostenibili sul piano economico e la multifunzionalità ne assicura flessibilità e adattabilità a diversi usi e nell’arco della giornata». A Tirana oltre all’albergo sono previsti parcheggi, attività commerciali, spazi per la ristorazione, a completare il mix funzionale. Lungo il perimetro, sul fronte urbano, sono distribuiti spazi ad uso direzionale, sale conferenze e palestre pensate appunto anche per rendere economicamente sostenibile l’operazione immobiliare. Non mancano esempi di torri a ridosso degli impianti sportivi, ma nel caso di Tirana la torre diventa abitabile, non è quindi solo un simbolo, ma rende visibile lo stadio a lunga distanza ed è un punto di osservazione sulla città stessa. Il progetto di Archea Associati tende a generare una spazialità urbana incentrata sull’idea di valorizzazione delle piazze pubbliche che creano nuovi ambiti e possibilità d’uso delle superfici circostanti lo stadio, prima negate alla collettività perché parte integrante dell’impianto sportivo. Tecnologia costruttiva e involucro. Caratteristico l’involucro della nuova infrastruttura sportiva, dove si distinguono i colori rosso e nero che richiamano quelli della bandiera nazionale. Tutte le facciate, per una superficie totale di 30.000 metri quadrati, sono circondate da oltre 3.200 colonne/brise-soleil: elementi verticali, alti un piano, realizzati ad hoc e decorati in bassorilievo con un pattern che ricorda il tessuto degli abiti e dei tappeti tradizionali albanesi. Per quanto riguarda la tecnologia costruttiva, si è optato per una soluzione mista, acciaio e calcestruzzo, in modo da minimizzare l’ingombro degli elementi strutturali verticali a vantaggio delle possibilità di utilizzo delle aree commerciali.