Il progetto, costato 50 milioni di euro, si configura come un’innovativa collaborazione e integrazione tra istruzione, sport, scienze dello sport e comunità.
L’obiettivo principale era quello di enfatizzare l’importanza dello sport e dell’esercizio fisico attraverso l’apprendimento e l’impegno, sia per i principianti sia per gli atleti. Per questo motivo il nuovo campus si configura come un vero palazzetto dello sport polivalente in cui trovano posto anche diversi spazi per lo studio.
Il richiamo al movimento e all’attività fisica per il design del campus trova la sua espressione nel trattamento del volume: a livello del suolo, l’edificio si presenta come un semplice zoccolo realizzato in pannelli di calcestruzzo prefabbricato sormontato nella parte superiore una sorta di nastro metallico che si restringe e si torce per rivelare le aperture.
Realizzato in acciaio inossidabile lucidato, questo dinamico nastro cambia colore con le diverse condizioni metereologiche e di illuminazione, riflettendo contemporaneamente il paesaggio naturale circostante.
Poiché il parco è inserito nell’elenco dei monumenti nazionali, l’edificio è stato progettato per preservare il carattere unico del contesto in cui sorge. La forma e l’organizzazione delle funzioni interne, infatti, sono state appositamente studiate: la natura curva dell’edificio ha permesso di ridurne al minimo l’impatto visivo, mentre la scelta di collocare gli spazi dedicati ai campi sportivi coperti nella parte posteriore dell’edificio ha consentito di ridurre significativamente l’altezza nella parte anteriore, dove trovano posto invece gli spazi didattici.
In questo modo l’altezza della parte posteriore si relaziona direttamente con il contesto urbano mentre quella della parte anteriore risponde al parco pubblico.
Crediti fotografici: Scagliola Brakkee, Arjen Schmitz, Hufton+Crow