Il progetto per l’edificio era piuttosto ambizioso: i progettisti intendevano massimizzare l’efficienza e costruire di più con meno.
Per ottenere questo risultato, Sheppard Robson è partito da un processo iterativo che integrava il design tradizionale arabo con approfondite analisi parametriche, che ha portato a una forma efficiente e compatta, essenziale nell’utilizzo dei materiali da costruzione e per questo ad emissioni molto ridotte.
L’involucro dell’edificio è stato concepito come una scatola all’interno di un’altra scatola: una facciata interna isolata, a tenuta d’aria per ridurre la conduttività termica a cui si sovrappone un sistema di schermature esterne in alluminio leggero per ridurre al minimo il guadagno solare, massimizzando al contempo la luce naturale e le viste dall’edificio.
Ogni facciata ha una forma differente ottenuta tramite le variazioni parametriche dei sistemi di schermatura concepiti per offrire la massima leggibilità architettonica ottimizzando l’ombreggiamento solare in base all’orientamento. Questa soluzione consente agli ambienti interni di godere della luce indiretta senza che per questo venga compromesso il benessere igrotermico.
Ogni piano, che si estende su una superficie di circa 4.500 metri quadrati, ha una precisa disposizione degli ambienti interni volta a ottimizzare al meglio la luce naturale e la flessibilità degli spazi.
L’innovazione tecnologica è applicata anche alla struttura portante: grazie ad un particolare sistema a lastra piatta forata, si riduce il materiale utilizzato del 60%, liberando gli ambienti dalle limitazioni strutturali e aprendo l’edificio a qualsiasi modifica funzionale futura.
Oltre a massimizzare l’efficienza negli aspetti formali del costruito, la nuova sede Siemens si avvale di un sistema ingegneristico di monitoraggio e domotica che consente di migliorare le prestazioni energetiche dell’edificio del 44% in più rispetto ai tradizionali sistemi ASHRAE.
Crediti fotografici: Sheppard Robson