Il nuovo edificio, costruito in sostituzione di quello di Eero Saarinen realizzato negli anni Sessanta e non più adatto a garantire gli standard di sicurezza sul lavoro, aveva come obiettivo non solo quello di rappresentare attraverso il suo design i valori e gli ideali del governo americano come la trasparenza, l’apertura e l’uguaglianza, ma anche quello di rivitalizzare questo brano di città in fase di riqualificazione.
Con una stima di 1.000 visitatori giornalieri e 800 dipendenti, il progetto per la nuova Ambasciata si pone infatti come nuovo fulcro per la rivitalizzazione del quartiere: una nuova piazza e un parco civico contribuiscono allo scopo, collegando il lungo Tamigi a una nuova via pedonale verde che va dalla Vauxhall Station a Battersea.
Il complesso, che si estende su una superficie di 48.000 metri quadrati, si erge come un cubo di cristallo alto 65 metri suddivisi in 12 piani e sorretto da un imponente colonnato alla base.
Molto importante è stato lo studio sulle prestazioni termiche: sono stati impiegati dei pannelli solari per l'approvvigionamento dell'energia, vetrate laminate per il rivestimento esterno e un involucro esterno in ETFE, che funge da schermo solare, da filtro tra l’interno e l’esterno e da elemento distintivo del fronte principale grazie al suo colore cangiante durante le ore del giorno.
L’interno dell’edificio è stato pensato come un prolungamento delle parti esterne: i camminamenti curvilinei del parco proseguono verso l’interno dell’ambasciata, incontrando giardini e spazi comuni informali.
Crediti fotografici: KieranTimberlake