Tre livelli alloggiano le differenti funzioni richieste dal programma - l’istituto dei tecnopolimeri, i dipartimenti di meccanica e di statistica, il centro ricerca per i controlli non distruttivi -, collegate tra di loro da un atrio comune interamente vetrato: simile ad un taglio chirurgico effettuato in una materia densa e compatta, l’involucro trasparente della zona centrale comune separa i blocchi destinati ad aule e laboratori decretandone il carattere di vuoto.
Lo spazio di circolazione e comunicazione invade anche i due piloni sui quali poggia la struttura metallica dell’edificio, una griglia perimetrale elaborata al fine di consentire la massima flessibilità nella suddivisione e nella fruizione interna degli spazi.
Prospetto ed apparato strutturale sono elaborati congiuntamente dal gruppo austriaco: i punti di maggior flessione della facciata sono rinforzati grazie all’inserimento di balaustre metalliche volte a garantire un maggiore irrigidimento. Sono gli stessi parapetti, inoltre, che imprimono all’involucro edilizio un carattere fortemente dinamico, ottenuto grazie ad un gioco di alternanze di bande orizzontali disposte secondo piccoli scarti di altezza.
I brise-soleil, collocati esternamente alla porzione vetrata, così come i lati inclinati dei prospetti minori, accentuano ulteriormente la natura per nulla statica della pelle di rivestimento, consegnando un corpo di fabbrica perfettamente inserito nel paesaggio circostante.
Liberato da una edificazione massiccia, il terreno rimane a disposizione dei visitatori del campus: è spazio di movimento, spostamento, sosta, riposo, pronto ad ospitare qualsiasi tipo di attività.
Il Science Park di Linz declina le richieste accademiche entro un edificio-infrastruttura che restituisce formalmente la tensione all’innovazione scientifico-tecnologica promossa dall’università.
Crediti fotografici: Hertha Hurnaus