Trovandosi in un contesto in cui la qualità architettonica è pressoché assente, una piatta successione di fabbriche inserite in un reticolo viario anonimo nella sua regolarità, e quindi senza alcun elemento significativo che potesse determinare un dialogo con l’architettura, lo studio ha dato vita a un progetto “introverso” in cui le varie parti costruite hanno il loro fulcro in uno spazio verde ricavato tra il nuovo corpo direzione/espositivo e il capannone esistente, schermato da un lungo muro curvo in calcestruzzo armato che si contrappone agli spazi espositivi a doppia altezza. Una scelta che vuole porre la natura al centro di un progetto ad alto contenuto tecnologico.
A caratterizzare il progetto due elementi forti: il lungo e articolato percorso trasversale al primo piano, una spina dorsale che scorre parallelamente al fronte est, lungo il quale si innestano e rapportano le varie parti e che si conclude in un bow-window che emerge dal fronte sud. A questo si aggiunge e si contrappone un lungo setto curvo in calcestruzzo armato a vista che racchiude lo spazio verde e al contempo scherma il capannone.
Una volta raggiunto il fronte principale, il setto si piega verso nord formando un angolo acuto che, insieme alla pensilina triangolare a sbalzo, inquadra la facciata vetrata a due livelli del blocco uffici ristrutturato.
Un’ampia passerella vetrata connette questo volume al nuovo corpo direzionale a tre piani rivestito da pannelli lignei che formano, sul prospetto est, una cornice aggettante che racchiude la facciata a due livelli degli uffici dirigenziali.
Il nuovo blocco costruito è la somma di due volumi che si compenetrano, i cui slittamenti in pianta e in alzato determinano le doppie altezze della reception e dello showroom.
Il rivestimento in lamiera ondulata unifica i nuovi corpi con quelli esistenti con la sola eccezione dell'alto volume del nuovo magazzino automatizzato in colore grigio scuro.
Crediti fotografici: Daniele Domenicali