Se per gli esterni dell’edificio la lettura del contesto storico in chiave contemporanea ha privilegiato un intervento leggero di restauro, lo studio si è concentrato invece nella progettazione degli interni e della copertura dando vita a quella che è la vera e propria icona del progetto. La “Lanterna” crea all’interno dell’edificio un vuoto a tutt’altezza donando uno scorcio lungo la struttura dei vari piani interconnessi tra loro attraverso delle passerelle.
La struttura si sviluppa con profili snelli che lavorano per forma senza appoggi intermedi, configurandosi come autoportante, con la presenza di pochissimi alberi. Tra lanterna interna e copertura sono stati realizzati più 1000 mq di vetri triangolari tutti diversi uno dall'altro, per un totale di circa 1000 nodi (465 per la lanterna interna e 580 per la copertura). Per la gestione e manutenzione della copertura sono state predisposte linee vita con accessi dalla zona impianti microforata. A sottolineare la minuziosa ricerca di soluzioni ad hoc, persino gli evacuatori di fumo sono stati creati in forma triangolare, con profili che potessero essere a filo con la copertura, al fine di rispondere alle esigenze estetiche ed architettoniche.
Crediti fotografici: La Lanterna, Orsenigo Chemollo, Gianni Basso