Un ex bunker nazista della seconda guerra mondiale è stato trasformato in una struttura destinata alla produzione e gestione di energia sostenibile. Costruito nel 1943 con destinazioni d’uso combinate, rifugio di protezione per i raid aereo e postazione anti artiglieria aerea, la struttura in cemento e acciaio si sviluppa su 90.570 metri quadrati. Essendo un edificio fortificato le pareti perimetrali e la copertura sono costituite da elementi di grande spessore. Nel 1947, gli inglesi tentarono di raderla al suolo, durante il disarmo del dopoguerra , demolendo sei degli otto piani, prima di abbandonare l’obiettivo.
L'edificio rimase in stato di abbandono per sessant’anni. Nel 2008 la struttura era ormai sull’orlo del collasso, accusava cedimenti e rischio di crolli.
Per questo venne richiesto agli architetti tedeschi Hegger Hegger Schleiff Architekten (HHS) di riqualificare l’edificio in un impianto di energia rinnovabile. Dopo due anni e 37 milioni dollari di ristrutturazione, la struttura, dotata anche di caffetteria e salone per esposizioni e mostre serve migliaia di residenti locali con un’unità di calore alimentata da pannelli solari termici, dal calore di scarto di un impianto industriale, dalla combustione di legna, gas e biometano.
Gli architetti hanno restituito alla facciata il suo aspetto originale, con un paio di magistrali variazioni che conferiscono nuovo carattere all’edificio senza snaturarlo: pannelli solari lungo il tetto e lungo la parete orientata a sud e una grande finestra “quasi emersa” dopo la rimozione di 25.000 tonnellate di macerie di cemento. Gli interni sono stati completamente ridisegnati, mentre le mura perimetrali sono rimaste allo stato originale e sono stati conservati anche i graffiti e i disegni tracciati dai civili in tempo di guerra, una sorta di riconoscimento delle complicate vicende dell'edificio.