Amata e discussa, nata dalla fantasia creativa e dalla ricerca tecnologica, si erge al centro della Cour Napoléon segnalando l'ingresso principale al Museo a cui si accede tramite una scala elicoidale che porta nel sottosuolo dove è stato ricavato il nuovo atrio centrale con i suoi servizi.
L'idea della piramide si riallaccia ai progetti sviluppati dagli architetti della rivoluzione e ne rappresenta quindi la degna celebrazione del duecentesimo anniversario. La forma piramidale è suggerita, oltre che da opportunità strutturali, costruttive e funzionali, anche da criteri architettonici e d'inserimento ambientale, cioè non essere quest'opera confusa come completamento o aggiunta dell'attuale complesso, ma da questi staccarsi nettamente rappresentando un segno proprio dei nostri tempi (costruzioni tutto vetro).
Eterna nel suo volume e moderna nel materiale la piramide scatena in un primo tempo stupore e polemiche rivolte soprattutto al suo simbolismo ma poi ci si accorge che le masse esterne e lo spazio interno si fondono tra loro e la luce passa intatta attraverso le pareti di vetro la cui continuità è resa possibile da una sottile struttura d'acciaio. La leggerezza dell'insieme è accentuata da uno specchio d'acqua dal quale la piramide sembra emergere.
Tecnicamente la Piramide è stata progettata basandosi su una struttura metallica di acciaio inox che sostiene 675 losanghe e 118 triangoli di vetro speciale. Il peso di ogni losanga è di 140 chilogrammi per un totale di circa 95 tonnellate. La realizzazione della copertura in vetro Š stata affidata alla Saint Gobain, dopo una competizione tecnicamente molto sofisticata tra i più importanti produttori del mondo di vetri speciali. Losanghe e triangoli sono stati realizzati in lastre stratificate Visarm, composte da due lastre di cristallo extra-bianco (extra-chiaro), dello spessore di mm 10 l'una e unite tra loro da uno strato interno di Polivinilbutirale di mm 1.52 per uno spessore nominale complessivo di mm 22.
Il vetro utilizzato è un prodotto di nuova concezione, per la cui realizzazione è stato progettato e installato un nuovo forno nell'antico stabilimento della città di Saint Gobain nell'Aisne, evidentemente una concessione da parte dell'azienda alla sua grande tradizione vetraria. Si tratta di un cristallo extra-chiaro, con caratteristiche simili a quelle del vetro usato in ottica per le lenti, ma privo dei riflessi verdi dovuti alla presenza dell'ossido di ferro. In questo modo sono state soddisfatte le richieste dell'architetto Pei che aveva previsto l'uso del vetro con caratteristiche cromatiche e di trasparenza vicine all'assoluto. La scelta del vetro stratificato di sicurezza risponde naturalmente alle necessità dettate da una struttura aerea sotto cui passeranno ogni giorno migliaia di persone.
La grande Piramide ha un'altezza di m 21.60 e una base di m 35 per lato, la sua superficie è composta da 603 lastre a forma romboidale e da oltre 70 triangolari. Le tre piccole piramidi complementari sono alte m 5, con un lato di base di m 8, e posseggono superfici vetrate composte da 72 lastre romboidali più altre 48 triangolari.
Pertanto il complesso piramidi assomma 793 lastre stratificate per una superficie totale di mq 2.092 circa ed un peso complessivo di solo vetro per circa 110.000 kg. La struttura della piramide rientra nella categoria delle "facciate strutturali", tecnica con la quale i corpi trasparenti sono incollati ai profili metallici mediante un sigillante siliconico. La superficie esterna del vetro rimane quindi completamente libera e continua in quanto non necessita dei tradizionali telai portanti a forma di cornice. I vetri sono fissati con del silicone della Rhone- Poulenc alla struttura sottostante che è rivestita di una lacca fluoro carbonica per migliorare l'aderenza del sigillante.
La progettazione e la costruzione della struttura metallica della piramide sono state eseguite dalla CFEM, Compagnie Francaise d' Enterprises Métalliques. Questa struttura portante è composta da tubi e cavi d'acciaio inossidabile il cui diametro non supera i mm 16 per gli elementi di tensione e i mm 58 per le aste compresse. La parte in acciaio collabora con i profilati portavetri, estrusi di lega d'alluminio forniti dalla Intexalu, società del gruppo italiano Metra. L'ossatura d'alluminio e la struttura portante d'acciaio inossidabile sono collegate mediante un sistema di chiavette a viti ed eccentrici che permette la registrazione nelle tre direzioni. Una nota di colore su questa realizzazione, che si è avvalsa di tutte le sofisticate tecnologie che l'industria può mettere a disposizione, è il problema della manutenzione.
L'inquinamento dell'aria minaccia la trasparenza delle vetrate. Il progetto iniziale prevedeva per le pulizie un sistema robotizzato ma poi si è dovuto far ricorso all'intervento dell'uomo, con un primo intervento d'emergenza compiuto non da tecnici ma da due esperti alpinisti. Assicurati con delle corde hanno fatto il lavoro a regola d'arte, utilizzando una normale attrezzatura sportiva e fornendo un collaudo aggiuntivo alla solidità della struttura.
Crediti fotografici: Pei Cobb Freed & Partners