RESTILING COMPLESSO ATAC PIGNETO -

Gli studenti del master CasaClima-Bioarchitettura hanno presentato il progetto di fattibilità per l’ammodernamento dello storico complesso dell’azienda dei trasporti capitolina.
Il complesso utilizzato dall’Azienda di trasporti capitolina (Atac) come deposito tram e uffici in zona Pigneto-Prenestina è stato l’oggetto di una  rilettura edilizia e architettonica da parte degli studenti del master CasaClima-Bioarchitettura, l’iniziativa che si rivolge prioritariamente a giovani architetti e ingegneri che vogliono approfondire e applicare i principi dell’architettura sostenibile.
 
L’input  di attivare una riflessione  su questo storico edificio è arrivata direttamente dall’Atac per raccogliere idee e soluzioni in vista dell’ammodernamento del complesso.

Il progetto realizzato dagli studenti del master CasaClima-Bioarchitettura  
Ovviamente, il lavoro è stato fatto tenendo conto degli obiettivi di sostenibilità, efficienza energetica e benessere; ma non solo. Per esempio, la struttura in acciaio progettata per la copertura del ricovero dei tram è una struttura “porosa” che assicura l’ombreggiamento senza impedire totalmente il passaggio della luce e il ricambio di aria. Ma oltre che funzionale, la struttura è anche ingegneristicamente elegante; ha una dimensione di 90 x 45 metri con una generosa luce di 22 metri. La copertura è rivestita da una guaina fotovoltaica, la più adatta alle falde inclinate e curve in alluminio bianco sorrette da pilastri cavi. La cavità dei pilastri è funzionale alla raccolta dell’acqua piovana che viene convogliata in cisterne sotterranee. Ma anche tutto il suolo dove vengono movimentati i tram prevede una pavimentazione drenante. Anche queste acque reflue vengono recuperate e raggiungono le cisterne sotterranee attraverso apposite tubazioni. In questo modo, spiegano gli autori, «vengono integrati tre obiettivi fondamentali: efficienza energetica, mitigazione climatica e aumento della qualità ambientale».
 
La palazzina uffici che si affaccia su via Prenestina era stata realizzata con «totale disattenzione alle regole base della corretta esposizione solare»: la parete attraversata da est a ovest da finestre a nastro, per esempio, è esposta maggiormente al sole estivo con conseguente grande accumulo di calore all’interno, oltre a problemi di abbagliamento. La soluzione proposta è quella di una “parete high-tech” sulla facciata sud realizzata con delle aperture e degli interventi edilizi per connettere due corpi di fabbrica con camminamenti, e rendendo fruibili e comunicanti le terrazze esistenti. Vengono anche previsti tetti a giardino, ombreggiature con pareti verdi e una copertura sulla corte con vetro fotovoltaico e camino solare. La parete hi-tech, spiegano i progettisti, «è una struttura complessa in alluminio che funziona come un’unica grande trave reticolare che lambisce le passerelle che corrono da una parete all’altra delle palazzine con lamelle di vetro fotovoltaiche che si muovono in automatico seguendo il sole».
Nazione: