Costruire in un luogo dall’eredità storica ed archeologica così importante ha portato lo studio a progettare prendendo in considerazione le tracce esistenti e quelle scomparse.
Nonostante siano state cancellate in parte nel tempo, infatti, sono tuttora valide e sono elementi portatori di significato in questo progetto contemporaneo nel programma, nelle funzioni e nell’immagine.
Insieme a un team di archeologi, sono state definite alcune regole progettuali che permettessero di adattare la nuova costruzione alle esigenze d’esposizione e protezione delle rovine ritrovate durante gli scavi.
Per dare importanza e spazio al tempio e alle rovine, il nuovo edificio è stato addossato sul perimetro esterno del lotto e rialzato rispetto al livello romano, offrendo una nuova visuale del tempio e una relazione più vicina tra monumento e visitatore. Più che di un edificio si tratta di una piattaforma capace di creare un nuovo layer, sovrapposto a quello dell’antichità, riempito con un programma contemporaneo.
Il progetto, realizzato a forma di “L”, è l’unione di un camminamento in quota, dal quale è possibile osservare il tempio, e della parete strutturale, che attribuisce valore al Tempio attraverso l’inquadramento e consentendogli di astrarsi dagli edifici adiacenti.
Tra il perimetro a “L”, che circonda un’area di 2.160 metri quadrati, e la città, un volume che pare un insieme di scatole appese occupa gli spazi interstiziali ospitando funzioni commerciali e culturali.
Crediti fotografici: José Maria Sánchez García