PRESIDIO OSPEDALIERO “VITTORE BUZZI” -

IL PROGETTO DEL NUOVO BUZZI È STATO CONCEPITO PER FAVORIRE LO SCATTO QUALITATIVO CHE DISTINGUE L’OSPEDALE DEL NOVECENTO DA QUELLO DEL TERZO MILLENNIO.
Nasce come Ospedale dei bambini all’inizio del ‘900 ed è oggi uno dei principali riferimenti cittadini per l’assistenza pediatrica ed ostetrico-ginecologica.
L’attività si sviluppa in convenzione con l’Università degli studi di Milano e rappresenta il secondo punto nascita del capoluogo e il terzo della Lombardia.
Il rapporto ‘città-ospedale’ è un tema di grande interesse per la progettazione sanitaria contemporanea. Il dibattito internazionale tende a prefigurare l’ospedale del futuro come una centralità, cioè come un edificio civico dove il cittadino si reca per usufruire di un servizio nel massimo grado di comfort psicofisico. Questo significa maggiore visibilità degli spazi che rappresentano il ‘volto’ pubblico della sanità e della propria qualità sociale e politica.

Il progetto architettonico
Il progetto di ampliamento del “Vittore Buzzi” propone un aumento di volumetria che mira a risolvere alcune criticità e carenze che interessano le aree di emergenza/urgenza con la realizzazione di un nuovo edificio sanitario destinato ad ospitare le attività di Pronto Soccorso e Degenza per la Pediatria d’Urgenza, Diagnostica per immagini, Terapia Intensiva e sub-intensiva, Patologia neonatale, Day Surgery e Blocco operatorio con 5 sale operatorie, 1 sala endoscopica e Servizio di Sterilizzazione.
La ricollocazione nella nuova piastra tecnologica dei servizi, attualmente ospitati negli edifici esistenti, permetterà la loro riconfigurazione per servizi di degenza, più adatti alla tipologia dei corpi di fabbrica attuali.
Il nuovo volume di cinque piani fuori terra deve riuscire ad integrarsi sul piano urbano, compositivo e funzionale, con il costruito esistente e ad assolvere il ruolo di nuova centralità in grado di riqualificare l’intero campus.
La compatibilità ambientale, che si sostanzia in scelte progettuali come la forma, l’orientamento, la profondità planimetrica, i materiali ed i sistemi costruttivi è condizione ricorrente quando si affronta il recupero e l’ampliamento di strutture ospedaliere esistenti in ambienti urbani consolidati.
Il progetto del nuovo Buzzi è stato concepito come Ospedale del Terzo Millennio. Un Ospedale che alla necessaria innovazione funzionale, distributiva e tecnologica affianchi l’indispensabile valore aggiunto del valore umano, civico, urbano e sociale.
L’architettura adotta quindi una strategia, mirata a dare una risposta globale ad un contesto complesso in cui l’alta tecnologia deve convivere con la tradizione e la modernità storicizzata.
La composizione architettonica del nuovo edificio è quindi concepita per predisporre la massima fruibilità e, al tempo stesso, la massima interazione psico-sensoriale con l’obbiettivo di veicolare qualità, efficienza ed umanizzazione del servizio sanitario.
L’umanizzazione dello spazio ospedaliero dipende dalla capacità del progettista di tradurre in linguaggio architettonico il potenziale psico-sensoriale dell’ambiente per il quale l’evidenza scientifica ha dimostrato incidere sul benessere e sul comfort di pazienti e operatori.Questo significa realizzare ambienti in cui finiture, colori, materiali ed illuminazione possano concretamente concorrere alla definizione di un luogo “user friendly” e, al tempo stesso, in grado di comunicare tutta l’efficienza e la qualità dei servizi.
Le soluzioni morfologiche adottate prevedono volumetrie semplici, secondo la regola del “long life-loose fit”, cioè di quel principio che impone di ridurre l’articolazione morfologica per potenziare la flessibilità nel tempo. La scelta di sistemi tecnologici evoluti come la facciata ventilata e di materiali come il vetro, il gres e la lamiera perforata, crea una modulazione dinamica dei prospetti che mantengono le cromie materiche tradizionali e al tempo stesso ne propongono una rilettura aggiornata delle nuove esigenze della nuova edilizia sanitaria. L’architettura si esprime quindi con le tecnologie di facciate contemporanee declinate però con texture e matericità che si integrano armoniosamente con il contesto eterogeneo.
Il rapporto intervisivo tra interno/esterno mantiene la relazione con il ritmo diurno/notturno e stagionale.
La progettazione dell’illuminazione rimarca gli elementi a supporto dell’orientamento e del wayfinding, dei ritmi circadiani, dei processi affettivi, dell’operatività e della funzionalità visiva.
Nel contesto produttivo, il settore edile è tra i maggiori responsabili di emissioni di gas climalteranti ed, in particolare, sono le strutture sanitarie ad essere stimate tra le più energivore: il loro consumo di risorse, unito alla produzione di rifiuti infetti, obbliga a porre speciale attenzione al valore di una corretta gestione delle tecnologie biomedicali e delle risorse energetiche che consuma e produce l’edificio ospedaliero.
Nazione:
Tipologia: SANITÀ
Progettista Architettonico: TEKNE INGEGNERIA | CSPE
Pubblicato su Modulo 449 - Giugno 2024