Dominique Perrault ha concepito Piazza Garibaldi come un insieme di più spazi: da una parte la galleria commerciale semi-ipogea, pensata come un luogo vivo e di scambio, che incanala i flussi verso la stazione centrale e la metropolitana. Dall'altra quello da poco inaugurato: un grande spazio aperto dedicato allo svago, alla sosta e allo sport. Manca da sistemare l'area intorno alla statua di Garibaldi. La luce è la protagonista del progetto filtrando nella "foresta" d'acciaio e generando giochi d'ombra. Penetrando nel pozzo di stazione mette in risalto l'incrocio delle scale mobili, i cui corpi, rivestiti di metalli riflettenti, fanno rimbalzare la luce e la esaltano. L'architetto francese ha con il suo progetto messo ordine ad uno spazio urbano che, prima del suo intervento, era estremamente caotico e frammentato, dominato da un intenso traffico automobilistico. E per mettere ordine ha lavorato appunto sulla divisione degli spazi in modo da moltiplicare le possibilità d'uso da parte dei pedoni. Un grande rettangolo di 360 metri per 165 nato dalla demolizione - agli inizi degli anni Sessanta - della stazione del XIX secolo. La copertura metallica con "vele" di tessuto di policarbonato forato, disegnata a partire dalla figura del triangolo, si pone in continuità con la storia, andando a prolungare idealmente la copertura dell'attuale stazione, opera che ha visto collaborare grandi nomi, come Pier Luigi Nervi, Bruno Zevi e Luigi Piccinato.