Funzionalmente il nuovo Hotel è da intendersi come anello di congiunzione tra l’aeroporto ed il centro commerciale.
Come realizzare un edificio così già codificato come l’hotel, rispondendo agli standard prefissati di una catena alberghiera internazionale pur mantenendo una propria identità? Come connettere edifici diversi a scale così differenti? Come legare il nuovo “edificio globale” alla geografia locale?
All’interno di una grammatica materica comune all’intero processo di trasformazione, il progetto del nuovo Hotel ripercorre alcuni temi legati alla percezione dinamica del sito. Una percezione puramente orizzontale e discontinua. La pelle leggera dell’edificio (in rame ossidato per i fronti esterni ed in Parklex per il grande patio) dissimula la natura dei tamponamenti massivi (scelta legata all’esigenza di abbattere il rumore a basse frequenze dell’autostrada).
L’edificio è orientato longitudinalmente est-ovest, con un grande patio interno sul quale si affacciano il ristorante, le sale conferenze e parte delle camere. Parallelo all’autostrada il volume trasparente della lobby è inclinato lungo la rampa che collega la reception al centro congressi e al ristorante al primo livello, sottolineando la dinamicità della vista.
L’edificio è sormontato da una grande struttura di copertura che sul lato est con un grande aggetto sottolinea l’ingresso principale. Dalla grande vetrata si intravede il giardino interno al primo livello. Un giardino intimo ed inaspettato, uno spazio sopravvissuto o meglio un nuovo luogo. Completamente rivestito in Parklex simboleggia lo spazio calmo, in un ambito fortemente urbanizzato. Una lunga pausa nello spartito urbano. Il basamento è un omaggio all’opera di Alberto Burri.
Crediti fotografici: De8 architetti